Noi uomini siamo tutti uguali?

«Gli esseri umani dal punto di vista psicologico sono tutti uguali?». Alberto - Milano
Giovani

Sì, sono tutti uguali. Le stesse reazioni nevrotiche non cambiano e sono pressoché identiche in ciascun individuo, ed in qualsiasi parte del mondo. C’è senz’altro una parte della nostra sensibilità che ci distingue gli uni dagli altri; certamente tutti abbiamo idiosincrasie e unicità caratteriali. E a questa parte di noi ci riferiamo quando raccontiamo e confrontiamo le emozioni. A ben guardare, tuttavia, si tratta del dieci per cento di ciò che proviamo. Per il novanta per cento, i nostri sentimenti e le nostre emozioni ci rendono uguali e ci accomunano.

 

Questa natura universale che il genere umano condivide è stata da molti dimenticata, occultata in una messe di opinioni, differenze individuali e conflitti alimentati da certi governi, certe religioni, da diversi uomini politici, non pochi accademici, molte celebrità e, naturalmente, dai moltissimi onnipresenti e onnipotenti mass-media. Queste voci di disarmonia e disunione ci hanno separati gli uni dagli altri e hanno indurito i nostri cuori. Dobbiamo ignorare queste voci di discordia e tornare a celebrare e rispettare questo immenso oceano, questo novanta per cento di emozioni che ci rendono tutti uguali.

 

E forse, così facendo, realizzeremo la visione profetica di quel grande genio di Albert Einstein, che diceva: «Un essere umano è parte di quel tutt’uno chiamato universo, una parte limitata nel tempo e nello spazio. Fa esperienza di sé stesso, dei propri pensieri e delle proprie emozioni come qualcosa di separato dal resto, una specie di inganno ottico della propria coscienza che è una sorta di prigione. Il nostro compito deve essere quello di liberare noi stessi da questa prigione ampliando la sfera della compassione per abbracciare tutte le creature viventi e la natura intera nella sua bellezza».

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