Nocino il tappabuchi (Tratta da BIG)

La famiglia Castori era molto indaffarata nella costruzione di una nuova diga sul ruscello Rioblu. Papà Castoro correva veloce da una parte all’altra dando ordini precisi col suo vocione: «Coraggio, ragazzi, sbrigatevi! Forza a trascinare quei tronchi, il tempo sta cambiando!».

La famiglia Castori era molto indaffarata nella costruzione di una nuova diga sul ruscello Rioblu. Papà Castoro correva veloce da una parte all’altra dando ordini precisi col suo vocione: «Coraggio, ragazzi, sbrigatevi! Forza a trascinare quei tronchi, il tempo sta cambiando!».

I figli e le figlie, insieme a mamma Castoro, lavoravano alacremente sistemando tronchi, rami, rametti per sbarrare il corso dell’acqua. Tutti meno Rino, il più giovane dei cuccioli, che si stava divertendo un mondo a giocare con il suo amico Nocino, uno scoiattolo dalla lunga coda e dal pelo rossiccio. «Ehi, Rino, pensi di aiutarci oppure no? Sono in arrivo grossi nuvoloni e siamo appena a metà del lavoro!».

«Scusa, papà – rispose Rino –, ma Nocino è così simpatico. Guarda che capriole sa fare! Invece l’acqua non gli piace per nulla!». «Non è un Castoro! – replicò il babbo – È molto diverso da noi costruttori di dighe! Lascialo perdere e vieni ad aiutarci!».

Nocino, che si stava dondolando su un ramo, si offese un po’ alle parole di papà Castoro, scese velocissimo dal ramo e si avvicinò: «Mi scusi, signore, non sono d’accordo! Anche io posso aiutare a costruire una diga! Per esempio, dall’alto degli alberi posso dirvi dove prendere buona legna…». «D’accordo, piccoletto! Accetto il tuo aiuto, ma non ora! Il cielo è molto scuro, verrà un temporale e noi dobbiamo finire in fretta, siamo una squadra affiatata e lavoriamo bene insieme… se tu non distrai Rino!».

Così dicendo, papà Castoro si tuffò nell’acqua per raggiungere il resto della famiglia al lavoro. Nocino, un po’ deluso, se ne andò poco lontano in cerca di ghiande. «Volevo solo aiutare, ma non mi prendono in considerazione. Sono troppo piccolo e debole in confronto a loro. E non sono capace di nuotare! Però con Rino mi diverto tanto! Domani tornerò a giocare con lui!».

La pioggia arrivò fortissima, con lampi e un vento spaventoso. I castori furono costretti ad interrompere il proprio lavoro e a rifugiarsi tra i massi della riva. «Guardate! – urlò mamma Castoro – Non siamo riusciti a chiudere bene i buchi e l’acqua sta passando. Distruggerà la nostra costruzione!». Nocino, dall’alto della sua tana nel tronco, seguiva preoccupato la situazione. «Ho un’idea! – urlò ad un certo punto – Vieni con me, Rino!». I due cuccioli parlottarono un po’ e poi… Nocino e Rino, correndo rapidi sui tronchi della diga, andarono a sistemare le ghiande di Nocino nei buchi lasciati aperti, chiudendoli uno ad uno. Alla fine erano bagnati fradici, stanchissimi e anche spaventati dal rombo dei tuoni. Nocino aveva rischiato più volte di scivolare, ma Rino lo aveva sempre tenuto stretto.

Quando finalmente poterono fermarsi e raggiungere la famiglia Castoro, il papà era davvero commosso: «Grazie, Nocino! Questo sì che è stato un lavoro di squadra. Hai salvato la nostra diga! Hai avuto un’idea formidabile per tappare i buchi. E io che pensavo che tu fossi meno capace di noi! Sono molto felice di nominarti Castoro onorario Tappabuchi!». Tutti scoppiarono a ridere e ad applaudire e Nocino felice abbracciò il suo amico Rino!

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