No Tav tra proteste e incidenti

La vita sembra paralizzata in Val di Susa dopo lo shock di lunedì che ha visto un manifestante precipitare da un traliccio della corrente. Indagi in corso e incredulità nella gente
Protesta No Tav

La tensione nelle ultime settimane si è toccata con mano. Dalle proteste con tanto di insulti, scritte sui muri e bombe carta, prima a Milano e poi a Genova, per l’arrivo del procuratore capo di Torino Giancarlo Caselli, agli ultimi fatti che hanno causato l’incidente a Luca Abbà, rimasto folgorato dopo essersi arrampicato a un traliccio della luce. I No Tav non ci stanno e continuano una protesta che ormai rischia davvero di trasformarsi in qualcosa di più.
 
Oggi le condizioni di salute di Luca Abbà sono stazionarie, ma gravi. Ricoverato all’ospedale Cto di Torino, non è ancora fuori pericolo di vita ed è mantenuto in coma farmacologico. Secondo il bollettino medico un rene funziona, l’altro invece ha riportato seri danni, a causa di una forte lesione interna. Resta dunque in rianimazione con prognosi riservata. I medici, comunque, sono ottimisti perché il sistema renale smaltisce mano a mano le tossine accumulate con la forte scossa. Giovedì, Abbà dovrebbe essere sottoposto a risonanza magnetica agli arti per quantificare il danno interno da folgorazione e quindi programmare eventuali interventi chirurgici.
 
L’incidente si è consumato lunedì mattina in Val di Susa, quando Luca Abbà e altri manifestanti anti Tav hanno visto che gli operai dei cantieri della linea ferroviaria stavano recintando una zona più ampia della precedente per proseguire i lavori della linea ferroviaria Torino-Lione. L’uomo è salito per protesta su un traliccio dell’alta tensione dove ha toccato dei cavi elettrici, prendendo una forte scossa e precipitando a terra da oltre dieci metri. Immediatamente sono partiti i soccorsi e l’uomo è stato portato a Torino.
 
Dal pomeriggio di ieri molti No Tav sono riuniti davanti all’ospedale in una veglia di solidarietà; alcuni pregano davanti a un’immagine della Madonna del Rocciamelone, la montagna situata al confine tra la Valle di Susa e quella di Viù, dove si tiene la protesta. Lungo i cantieri dove sono state recintate nuove aree, si sono verificati tafferugli con le forze dell’ordine che hanno utilizzato lacrimogeni e idranti per rimuovere il blocco dei manifestanti sull’autostrada A32 Torino-Bardonecchia all’altezza della barriera di Salbertrand.
 
La magistratura di Torino ha aperto le indagini sul caso Abbà, ma la tensione continua nonostante gli appelli al buon senso e alla tregua. Il ministro Annamaria Cancellieri ha chiesto «riflessione, dialogo ed equilibrio. Bisogna tenere conto anche delle scelte fatte in assoluta coscienza e attenzione». Il leader del movimento No Tav, Alberto Perino, ha rilasciato dichiarazioni pesanti contro le forze dell’ordine, in particolare contro il capo della polizia Manganelli, responsabile, secondo Petrini, di aver portato a un’escalation denunciando nei giorni scorsi il pericolo di incidenti gravi, nonostante la manifestazione di sabato scorso con 60 mila partecipanti si fosse svolta senza incidenti.
 
Resta invece ancora in piedi il presidio a sud del cantiere, sempre sull’autostrada Torino-Bardonecchia all’altezza dello svincolo di Chianocco-Bussoleno, dove una sessantina di manifestanti hanno passato la notte, mentre, nella parte dove si sono verificati gli incidenti, gli operai, sempre di notte, hanno completato i lavori di allargamento dell’area di cantiere. La società ha reso noto che ora tutti i sette ettari di terreno che dovranno ospitare il cantiere sono stati recitanti.
 
L’incidente ha suscitato manifestazioni improvvise che si sono registrate un po’ ovunque in Italia, sia a Milano che a Roma, dove alcuni giovani hanno bloccato per diversi minuti le linee ferroviarie. Ma questa mattina la vita in Valle Susa, nonostante il bel sole, sembra quasi immobilizzata, paralizzata: poche le macchine, poca le gente per strada, e il mercato settimanale del martedì deserto di bancarelle e clienti.
 

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