No all’ennesimo tempio delle slot
Sono le 11 passate, quando in corso Vercelli il corteo si mette in marcia, diretto verso altre sale giochi. C’è clima di festa tra i ragazzini, aria di disappunto tra gli adulti, curiosità in tutti. In piazza Piemonte e piazza Wagner, i bambini organizzano il tiro alla fune proprio davanti ai casinò, giocano e scandiscono lo slogan: «Vogliamo giocare senza azzardare». La manifestazione termina verso le 13 con un "aperitivo anti-slot machine". Qui, davanti all’aperitivo, le parole e i discorsi sono seri: si parla di «usura», «assalto ai deboli, ai pensionati e ai disoccupati», «infiltrazioni mafiose», «famiglie distrutte». E poi i cartelloni sorretti da adulti e giovani con le scritte: «Non spegniamo i cervelli in corso Vercelli». Un solo obiettivo: dire basta al gioco in zona 7.
Ha fatto opinione lo slot mob lanciato a Milano un paio di mesi fa. Anche se già altre proteste avevano percorso la città sensibilizzando gli abitanti contro questo ladrocinio legalizzato. Sabato scorso c'è stato un altro vero e proprio slot mob, con oltre un centinaio di persone a protestare contro il nuovo locale che dovrà sorgere in corso Vercelli: gli abitanti vogliono che venga stracciato il progetto di un’altra maxi-sala dedicata ai giochi d’azzardo dietro casa, dopo quelle già attive in via Marghera e in via San Siro. Sono state raccolte 1.800 firme già consegnate al sindaco Pisapia e al questore Savina. «Purtroppo i comuni, su questi temi, hanno le mani legate», ha affermato il primo cittadino. Ma per strada erano in tanti, tra esponenti di Libera, consiglieri comunali e provinciali, l’ex vicesindaco De Corato e il presidente del Consiglio di zona 7, Tellini. «Non abbiamo strumenti – dice quest'ultimo – se non quello di appoggiare ogni iniziativa legislativa che contrasti il gioco». Ci sono le proposte di legge presentate in Senato. Ma è una situazione difficile: in Italia l’azzardo fa girare 90 miliardi, di cui quasi 6 a Milano.
Quello che dovrebbe sorgere in Corso Vercelli è un progetto assurdo, attualmente stoppato dal Tribunale. A firmarlo è Sistema srl, società al 49 per cento della Sisal e al 51 per cento della ditta Uninvest. I residenti del condominio che dovrebbe ospitare il Casinò raccontano di approvazioni della sala giochi in assemblee di condominio «dimezzate». Quando è arrivata la revoca ufficiale, gli abitanti dell’immobile sono stati citati per danni dalla Sistema: un milione di euro dovuti ai ritardi dei lavori. Questioni burocratiche e beghe a non finire. Ma il vero problema è che qui nessuno vuole questo nuovo locale mangia soldi, quest’ennesimo «tempio di ossessione ludica», come dice l’edicolante. Anche questo locale sarà oscurato dalle pubblicità sulle vetrate: gli scommettitori vanno coperti, nascosti e resi liberi di “giocarsi” anche la vita.