No all’ennesimo tempio delle slot

Dopo lo Slot mob lanciato nella città lombarda un paio di mesi fa, si scatena la protesta per il progetto di una nuova maxi-sala in via Vercelli. A mobilitarsi l'associazione Libera, vari consiglieri comunali e provinciali, l’ex vicesindaco De Corato e il presidente del Consiglio di zona 7, Tellini. Ma il sindaco dice: «Purtroppo i comuni, su questi temi, hanno le mani legate»
Slot machine

Sono le 11 passate, quando in corso Vercelli il corteo si mette in marcia, diretto verso altre sale giochi. C’è clima di festa tra i ragazzini, aria di disappunto tra gli adulti, curiosità in tutti. In piazza Piemonte e piazza Wagner, i bambini organizzano il tiro alla fune proprio davanti ai casinò, giocano e scandiscono lo slogan: «Vogliamo giocare senza azzardare». La manifestazione termina verso le 13 con un "aperitivo anti-slot machine". Qui, davanti all’aperitivo, le parole e i discorsi sono seri: si parla di «usura», «assalto ai deboli, ai pensionati e ai disoccupati», «infiltrazioni mafiose», «famiglie distrutte». E poi i cartelloni sorretti da adulti e giovani con le scritte: «Non spegniamo i cervelli in corso Vercelli». Un solo obiettivo: dire basta al gioco in zona 7.

Ha fatto opinione lo slot mob lanciato a Milano un paio di mesi fa. Anche se già altre proteste avevano percorso la città sensibilizzando gli abitanti contro questo ladrocinio legalizzato. Sabato scorso c'è stato un altro vero e proprio slot mob, con oltre un centinaio di persone a protestare contro il nuovo locale che dovrà sorgere in corso Vercelli: gli abitanti vogliono che venga stracciato il progetto di un’altra maxi-sala dedicata ai giochi d’azzardo dietro casa, dopo quelle già attive in via Marghera e in via San Siro. Sono state raccolte 1.800 firme già consegnate al sindaco Pisapia e al questore Savina. «Purtroppo i comuni, su questi temi, hanno le mani legate», ha affermato il primo cittadino. Ma per strada erano in tanti, tra esponenti di Libera, consiglieri comunali e provinciali, l’ex vicesindaco De Corato e il presidente del Consiglio di zona 7, Tellini. «Non abbiamo strumenti – dice quest'ultimo – se non quello di appoggiare ogni iniziativa legislativa che contrasti il gioco». Ci sono le proposte di legge presentate in Senato. Ma è una situazione difficile: in Italia l’azzardo fa girare 90 miliardi, di cui quasi 6 a Milano.

Quello che dovrebbe sorgere in Corso Vercelli è un progetto assurdo, attualmente stoppato dal Tribunale. A firmarlo è Sistema srl, società al 49 per cento della Sisal e al 51 per cento della ditta Uninvest. I residenti del condominio che dovrebbe ospitare il Casinò raccontano di approvazioni della sala giochi in assemblee di condominio «dimezzate». Quando è arrivata la revoca ufficiale, gli abitanti dell’immobile sono stati citati per danni dalla Sistema: un milione di euro dovuti ai ritardi dei lavori. Questioni burocratiche e beghe a non finire. Ma il vero problema è che qui nessuno vuole questo nuovo locale mangia soldi, quest’ennesimo «tempio di ossessione ludica», come dice l’edicolante. Anche questo locale sarà oscurato dalle pubblicità sulle vetrate: gli scommettitori vanno coperti, nascosti e resi liberi di “giocarsi” anche la vita.

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