Nigeria: la raffineria di Dangote è quasi al top

In Nigeria la raffineria più grande del mondo raggiungerà entro un mese la piena capacità di lavorazione (650 mila barili al giorno), quasi l’1% della produzione mondiale. Ma il governo nigeriano ha anche fissato l’obiettivo di ottenere il 30% di tutta l’energia da fonti rinnovabili entro il 2030.
Il CEO del conglomerato industriale multinazionale nigeriano Dangote Industries Limited, Aliko Dangote, durante l'Ibrahim Forum 2023, organizzato dalla MO Ibrahim Foundation a Nairobi, Kenya, 29 aprile 2023. Foto: EPA/DANIEL IRUNGU via Ansa

Le notizie per la mega raffineria voluta e realizzata dall’imprenditore e filantropo nigeriano Aliko Dangote sembrano buone. Potrebbe presto funzionare a pieno regime, finalmente. Lunedì 10 febbraio, Edwin Devakumar, vicepresidente di Dangote Industries Limited e responsabile delle operazioni petrolifere e del gas del gruppo nigeriano, ha affermato che la raffineria avrà il potenziale per raggiungere la sua piena capacità di raffinazione di 650 mila barili al giorno entro un mese: «La raffineria attualmente opera all’85% della sua capacità e potremo raggiungere il 100% in 30 giorni».

La scommessa era ambiziosa: costruire la più grande raffineria dell’Africa per ridurre la dipendenza della Nigeria (il maggiore produttore africano di greggio) dalle importazioni di carburante e trasformare la Dangote Industries in un gigante dell’energia.

Un anno dopo la grande inaugurazione a Lagos di questo gioiello africano, la realtà è più contrastante e i tempi di attivazione del pieno regime si sono allungati. Sebbene potrà processare 650 mila barili al giorno, al momento dell’inaugurazione aveva raggiunto circa il 50% del suo potenziale. Conseguenze dei ritardi: debiti enormi, redditività ancora incerta e pressioni finanziarie persistenti… 

In ogni caso, l’impianto ha iniziato a trasformare il greggio in prodotti quali gasolio, nafta e carburante per aerei da gennaio dell’anno scorso. La situazione ha tuttavia registrato un leggero miglioramento con l’avvio della produzione di benzina a settembre 2024 e l’imminente avvio dell’impianto per la produzione di polipropilene è previsto per la fine di febbraio.

Tuttavia, martedì scorso, 4 febbraio, l’agenzia di rating Fitch Ratings ha continuato a mantenere la Dangote Industries Limited sotto osservazione negativa. Fitch esprime dubbi sulla capacità del colosso industriale nigeriano di rifinanziare o rimborsare i debiti in scadenza nel 2025, la prima rata dei quali scade a fine mese.

La raffineria di Dangote punta a competere con le raffinerie europee quando opererà a pieno regime, ma ha avuto difficoltà a reperire localmente una quantità sufficiente di greggio per alimentare adeguatamente i propri impianti. Nel Paese maggiore produttore africano di greggio, l’anno scorso la raffineria ha dovuto importare greggio non essendo riuscita ad assicurarsi volumi sufficienti nonostante un accordo con il governo nigeriano per l’acquisto di greggio in valuta locale, la naira.

Questa situazione ha spinto i funzionari delle Dangote a importare petrolio greggio, tra gli altri, dagli Stati Uniti, nonostante l’accordo raggiunto con il governo nigeriano per l’acquisto di greggio in naira da fornitori locali. 

Oltre a soddisfare la domanda locale, la raffineria Dangote sta esplorando attivamente i mercati internazionali per commercializzare i suoi prodotti raffinati. Di recente, Aliko Dangote, a capo del Dangote Group, ha annunciato, nell’ambito della sua strategia di espansione, la fornitura di due consistenti carichi di carburante per aerei a Saudi Aramco, il colosso minerario dell’Arabia Saudita.

Ma al di là di questi importanti sviluppi, il governo nigeriano è fortemente motivato a sviluppare anche una produzione green di energie rinnovabili, soprattutto idroelettrica e solare. A partire dalle aree non servite dalla rete elettrica nazionale (circa il 40% del Paese).

L’energia solare si sta rivelando la fonte di energia rinnovabile più importante per la Nigeria, e il mercato del solare sta crescendo molto rapidamente. Si stima che l’industria del solare stia creando posti di lavoro ad un ritmo sei volte superiore rispetto ad altri settori, con un’evidente influenza positiva sull’occupazione.

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