News dalle guerre
Due notizie arrivano dai terreni di battaglia, o piuttosto – come si dice – “dalle cancellerie”: in Siria Stati Uniti e Russia si sarebbero accordati per un cessate il fuoco il 27 febbraio. È già qualcosa, ma l’importanza dell’accordo viene sminuito grandemente dal fatto che le fazioni più dure, cioè Daesh, al Nusra e Ahrar al-Sham non ne vogliono sapere di smettere di sparare. Vedremo. Un buon risultato sarebbe già quello di limitare al massimo il rischio di uno scontro tra Russia e Turchia, una spada di Damocle sospesa sulla testa del mondo intero.
La seconda notizia viene dal fronte libico, anzi dal fronte siciliano: il governo italiano avrebbe dato il suo ok all’uso da parte delle forze armate statunitensi della base di Sigonella per far partire i droni verso non solo la Libia ma tutto il Nord-Africa. Daesh in Libia, lo ricordiamo, non è una filiazione del cosiddetto Stato islamico di Siria e Iraq, ma semplicemente il frutto del cambio di casacca di alcune milizie tribali locali che hanno trovato nel Califfato di al-Baghdadi un “ombrello” internazionale di tutto rilievo.
Ma finché Daesh non sarà isolato politicamente, militarmente e soprattutto economicamente – un vero embargo nei confronti delle zone occupate in Siria, Iraq e Libia riuscirebbe a eliminare senza colpo ferire il Califfato in pochi mesi, avviando contemporaneamente un grande piano di sostegno all’educazione e alla cultura dei partner arabi e musulmani più illuminati – i risultati rischiano di essere grami. I bombardamenti non risolvono le guerre, i generali lo sanno bene. Chissà che Francesco non riesca a incontrare a breve lo sceicco di al-Azhar: sarebbe un segnale dirompente nel mondo arabo-musulmano sunnita e chiaramente orientato alla pace.