Netblind, l’App che collega volontari e persone non vedenti

Andare a un concerto, fare una vacanza o semplicemente la spesa: per una persona non vedente può essere difficile fare da sola, come pure trovare un accompagnatore. Ecco perché è nata l’App Netblind, che permette ad user non vedenti e volontari di cercarsi e trovarsi facilmente.

L’idea nasce in un pomeriggio d’estate, quando Antonio Antoci e Innocenzo Ferraro, due ragazzi non vedenti di Ragusa, nonostante il passaparola, non sono riusciti a trovare nessuno che potesse accompagnarli per passare una giornata al mare. Dalla loro esperienza personale nasce l’idea di sviluppare Netblind, un’App in grado di collegare velocemente persone con disabilità visiva e accompagnatori.

Come hanno spiegato sul sito: «Essere non vedente significa anche rinunciare ad andare ad un concerto perchè nessuno è disponibile ad accompagnarti. Essere non vedente significa anche sfiorare il tuo tandem da corsa impolverato perchè non trovi qualcuno disposto a pedalare insieme a te. Essere non vedente vuol dire anche rinunciare al mare della Sardegna perchè quel tuo amico che voleva accompagnarti ti da buca all’ultimo momento. Essere non vedente significa cenare con un pacchetto di crackers perchè non hai trovato qualcuno che ti accompagnasse a fare la spesa».

Così, nel giro di due anni è avvenuta la progettazione, l’analisi e lo sviluppo dell’App, lanciata lo scorso febbraio. «Da un’idea semplice nasce un’App molto semplice – ci racconta il fondatore Antonio Antoci – che non fa altro che mettere in contatto persone con disabilità visiva e accompagnatori. L’user non vedente che si registra deve compilare una scheda dove può indicare la Regione e il comune di interesse, il motivo per cui ricerca un volontario e alcune specifiche in più (possesso della patente, conoscenza della lingua inglese, conoscenze informatiche, esperienze pregresse e così via). Avviata la ricerca usciranno i volontari che rispondono alla zona e alle skills indicate, a quel punto si può inviare una richiesta di amicizia ed entrare in contatto diretto con il volontario».

I motivi per cui un volontario può essere contattato sono diversi: andare insieme a fare la spesa, organizzare un viaggio, essere accompagnati ad un concerto, al teatro o a vedere una partita di calcio. Il volontario, può decidere a sua volta se donare il proprio tempo o chiedere un compenso che può essere orario, giornaliero, vitto e alloggio se si tratta di una vacanza, gli accordi vengono presi direttamente tra i due utenti. Inoltre, i due user possono lasciare una valutazione sull’esperienza vissuta insieme, in modo da indirizzare anche gli altri utenti ed aiutare a riconoscere i profili più adatti.

L’App è disponibile per Android, per iOS e sul web, il download è gratuito come le prime due richieste di contatto, dalla terza invece Netblind propone la sottoscrizione dell’abbonamento annuale premium al costo di euro 2.99 annui per il non vedente, e di euro 0.99 per il volontario. «Una cifra irrisoria – continua Antonio – poiché si tratta di un progetto completamente autofinanziato». Nel giro di pochi mesi l’App ha già registrato oltre un migliaio di utenti, ma la speranza è di avere nel tempo una piattaforma ben popolata, per andare incontro ai problemi che quotidianamente una persona non vedente si trova ad affrontare.

Netblind ha avuto un gran successo durante il lockdown. Quando per mantenere il distanziamento sociale era ancora più difficile uscire in compagnia, attraverso l’App, alcuni user non vedenti hanno contattato i volontari per avere spesa e medicinali a domicilio.

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