Nelle sale arriva Revenant, Redivivo
Abbandonato dai suoi compagni, tradito dal cacciatore Fitzgerald, Hugh Glass (Leonardo DiCaprio), esploratore americano con figlio meticcio, si trova a lottare prima contro un orso che l’azzanna, poi, semivivo, da solo contro le forze selvagge della natura, l’isolamento totale e l’abbandono degli esseri umani. Un tempo interminabile dove l’uomo lotta dolorosamente e crudelmente contro la morte e i pericoli di una natura tanto fascinosa quanto imprevedibile e desolata. Vive l’esperienza della condizione di un essere primitivo disposto a tutto pur di sopravvivere e vendicarsi del tradimento.
Western moderno con la fotografia splendente di paesaggi incantevoli tra fiumi in piena, nevi, cascate e foreste, tra notti ed albe struggenti, il film rispetta le regole del genere: lotta, onore, vendetta, crudeltà ed anche omicidio, disonore. Ma Alejandro G. Inarritu che dirige il film non dimentica i momenti onirici, i sogni e le visioni nel delirio, l’amore per la famiglia come uno dei temi conduttori della “rinascita” dell’esploratore. È una sorta di romanzo di formazione dell’adulto Glass, che si trova a riscoprire la vita con le sue crudezze e la natura come luogo del rifugio, del riposo e del sangue. Di sangue ne scorre e il realismo di certe scene (la lotta con l’orso) sfiora la brutalità, ma appare necessaria nel contesto di un racconto di sopravvivenza, dove anche la vendetta deve fare i conti con Dio. Il film, quasi completamente al maschile, impone la recitazione quanto mai coinvolta di DiCaprio, perfetto in ogni trasformazione, talmente tesa da meritare – speriamo – non solo il Golden che ha già ottenuto, ma infine l’Oscar. Le musiche – rare – sono dense, il racconto che supera le due ore non stanca perché ricco di sorprese. Inarritu ringiovanisce il western facendolo metafora della vita e del rapporto degli esseri umani fra loro e di fronte alle scelte di vita o di morte. Da non perdere.