Nella gabbia della malattia

 La danza di Sidi Larbi Cherkaoui: una dimensione poetica per la forza dirompente del movimento
orbo novo

Dai testi medici di Jill Bolte Taylor, autrice di un libro in cui la scrittrice racconta la propria esperienza di vittima di un ictus, il coreografo e danzatore belga-marocchino Sidi Larbi Cherkaoui ha tratto materia per una coreografia potente, che plasma sui corpi duttili dei newyorchesi della Cedar Lake Contemporary Ballet.

Altro spunto ispiratore è la teoria della diversa natura degli emisferi cerebrali, tradotta scenicamente con un'invasiva struttura di grate spostata a vista. Due blocchi lignei allungabili che, nel reticolo di geometrie spaziali variabili, cercano di fondersi. Rappresentano la parte destra e la sinistra del cervello, il passato e il futuro, il paradiso e l'inferno della mente, e delle relazioni.

Dualità in cerca di unità. Sono le barriere, le prigioni del proprio corpo dentro le quali ci si dibatte per poter uscirne fuori. Labirinto senza via d'uscita dove i danzatori assomigliano ad uccelli in gabbia, prede e cacciatori al contempo. In continua trasformazione come lo scorrere della vita, la danza segue le note della musica che fluisce nei loro movimenti, facendo dei loro corpi delle cellule pulsanti di un reticolo cerebrale dove il sangue scorre nelle vene. Ci suscita una tale immagine il serpentino inerpicarsi e scivolare dentro e fuori le grate.

L'inizio è un duetto al di qua e al di là di esse, con giochi di mani e braccia intrappolate che si avviluppano, e due volti impediti che vogliono toccarsi. Sono le griglie scomponibili a determinare i movimenti nello spazio: si allargano e si restringono limitando o orientando la direzione dei corpi, i gesti, gli slanci, le corse, gli scivolamenti per terra. La danza coinvolge pure la voce. Ed ecco che una coppia seduta per terra, gesticolando racconta l'improvviso manifestarsi dell'ictus; quindi gli effetti e le sensazioni della malattia; fino alla consapevole riscoperta della bellezza della vita. E dell'essere ancora vivi.

Pur con un eccesso di parlato, da qui in avanti la danza si sviluppa ed esplode in evoluzioni corali che lasciano posto ad assoli e terzetti di grande forza fisica, dove sembrano trovare posto le storie personali – e nostre – dei danzatori, il loro mondo interiore di fragilità, solitudine, bisogno d'amore e condivisione. Nell'espandersi e chiudersi dei varchi nella scenografia, si aprono sequenze che nel ripetuto movimento rotatorio e ondulatorio, sembrano voler attingere un'energia interiore che giunga alla testa e scarichi in alto, in quel braccio ascensionale tenuto sempre alzato, ogni impulso liberatorio.

Sidi Larbi conferisce una dimensione poetica alla forza dirompente del movimento e del corpo ingabbiato che, nel suo limite, trova la linfa per superare ogni confine di costrizione.
 
"Orbo novo", Cedar Lake Contemporary Ballet, coreografia Sidi Larbi Cherkaoui, musiche di Szymon Brzóska eseguite dal vivo. Alle Fonderie Teatrali Limone di Moncalieri per il festival TorinoDanza in corso fino al 7 novembre. Al Sadler's Wells di Londra, 11-13 ottobre.

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