Nella Chiesa di oggi al servizio dell’unità
"Unità e Carismi" sta diventando sempre di più un punto di riferimento per il Movimento dei religiosi e il Movimento delle consacrate, fondati da Chiara Lubich.
L’idea del “dinamismo” e lo stesso concetto di “movimento” mostrano una grande ricchezza semantica e si applicano a dimensioni anche molto diverse tra loro. Anche nella prospettiva ecclesiale quella del movimento risulta essere una categoria centrale.
Non solo per l’idea del “popolo di Dio in cammino”, per la condizione “esodale” di ogni credente – da Abramo all’ultimo fedele – o perché il Signore “accompagna la sua Chiesa, pellegrina nel mondo” e la “guida, nei sentieri del tempo”[1], ma anche per la grande fioritura di “movimenti” che ha segnato i duemila anni della sua storia, fino alla nascita – pre- e post-conciliare – degli attuali “movimenti ecclesiali”.
A servizio di una “vita in movimento”
Se del fatto che la Chiesa sia stata sempre “in movimento” ne sono una testimonianza chiara proprio l’esistenza di varie famiglie religiose e le diverse spiritualità che sono scaturite nei secoli, si può affermare che oggi proprio all’interno della vita consacrata si registra, pur tra le difficoltà e le preoccupazioni circa l’oggi e il futuro, una “tensione verso il Christus totus” che la riempie di totalità, non solo nel profondo desiderio di “rimettere Cristo al centro”, ma anche nel voler tendere insieme alla “pienezza” del Cristo, “dispiegare Cristo nei secoli”.
Proprio per questo diventa sempre più significativa e feconda la comunione tra gli “antichi” e i “nuovi” carismi, così come evidenzia l’Istruzione pontificia sulla vita consacrata Ripartire da Cristo: “Dall’incontro e dalla comunione con i carismi dei movimenti ecclesiali può scaturire un reciproco arricchimento. I movimenti spesso possono offrire l’esempio di freschezza evangelica e carismatica, così come l’impulso generoso e creativo dell’evangelizzazione. Da parte loro i movimenti possono imparare molto dalla testimonianza della vita consacrata, che custodisce molteplici tesori di sapienza e di esperienza” (30).
Il Movimento dei religiosi e il Movimento delle consacrate si muovono proprio in questa prospettiva: sin dalla nascita del Movimento dei Focolari, infatti, religiosi e religiose di molti istituti hanno aderito a questo nuovo carisma, attratti dalla freschezza di vita evangelica che in esso si constatava e hanno visto svilupparsi le potenzialità già insite nella propria vocazione e si sono arricchiti di nuovi valori.
A contatto con questa spiritualità dell’unità in tanti riscoprono la luce del Vangelo che, accolta e vissuta con radicalità, li ravviva e li aiuta a comprendere meglio le loro rispettive spiritualità, a riscoprire maggiormente il proprio fondatore o fondatrice, a rivitalizzare e attualizzare il proprio carisma nell’oggi della Chiesa, proprio come richiesto dal Concilio Vaticano II.
Così Chiara Lubich illustra la “radice” di questa esperienza, notando che quando Gesù aveva detto “Dove due o tre sono riuniti nel mio nome io sono in mezzo a loro” (cf. Mt 18, 20), non aveva escluso certo di sottolineare anche che dove un francescano e un benedettino, o un carmelitano e un passionista, o un gesuita e un domenicano… sono uniti nel mio nome, lì sono io: “ecco perché i numerosi religiosi, che fin dal nascere del Movimento hanno avuto contatto con esso, vi hanno scoperto non certo qualcosa che poteva disturbare la loro spiritualità, ma viceversa una luce che la ravvivava ed aiutava a comprenderla meglio ed hanno sentito perfettamente armonizzabili le due cose”[2].
Se veramente Gesù è presente fra loro, il risultato sarebbe stato che l’incontro con Lui avrebbe fatto il francescano miglior francescano e il domenicano miglior domenicano. E così la Chiesa avrebbe potuto risplendere – anche per il contributo del Movimento dei Focolari – più bella e degna sposa di Cristo, nella meravigliosa varietà e nella sua altissima unità.
Per una “spiritualità collettiva” di comunione
“Unità e carismi” nasce all’inizio come uno degli strumenti per alimentare la comunione tra i religiosi e le religiose che entravano in contatto con il Movimento dei Focolari e che si ritrovavano nel Movimento dei religiosi e nel Movimento delle consacrate. La rivista, come espressione del carisma dell’unità, ha maturato nel tempo la coscienza di un proprio specifico compito: essere espressione della novità e originalità di una “spiritualità collettiva”, profondamente innestata nella prospettiva della “ecclesiologia di comunione” che sta diventando sempre di più patrimonio di tutta la Chiesa.
Molti consacrati e consacrate trovano nella rivista pagine ricche di una vita di comunione che, presentata attraverso contenuti dottrinali, testimonianze ed esperienze, aiuta i singoli e le comunità. Le tematiche trattate esprimono l’attenzione specifica alle sensibilità e ai temi principalmente discussi sull’identità e sugli orientamenti della vita consacrata, analizzati sempre alla luce della spiritualità dell’unità e con l’intento di valorizzare la ricchezza di ciascun carisma: “Se Cristo è il Verbo incarnato – così ha affermato Chiara Lubich –, la Chiesa ci è apparsa, per i più vari carismi donatile dallo Spirito, come un Vangelo incarnato. Infatti ogni famiglia religiosa, pur vivendo con interezza e radicalità tutto il Vangelo, è in particolare anche l’incarnazione di un’espressione di Gesù, di un fatto della sua vita, di un suo dolore, di una sua parola”[3].
La rivista ha cercato sempre di mostrare, presentando spesso la vita e l’esperienza spirituale di vari santi di ieri e di oggi, che vi è una chiamata oggi a rispondere “insieme” alla comune chiamata alla santità. I santi, con la loro straordinaria esperienza di Dio, aiutano il Movimento nascente, e mostrano anche l’originalità di questa nuova opera di Dio, mentre il Movimento mette in luce e valorizza i carismi dei santi. È quanto la rivista stessa contribuisce a rendere evidente.
“Unità e Carismi” vuole farsi così parola scritta che raccoglie e racconta ciascuna di queste espressioni, come pure, presentando la vita e l’esperienza spirituale dei santi di ieri e di oggi, la rivista vuole creare uno spazio di reciprocità tra carismi antichi e nuovi per rispondere “insieme” alla comune chiamata alla santità.
Così scrive a proposito Chiara: “Sì, attraverso questi decenni i santi ci hanno sempre accompagnato, ci hanno grandemente aiutato; e hanno, con il loro carisma, confermato il nostro. Vi è quindi una reciprocità di doni fra il Movimento dei Focolari e il mondo dei religiosi, come è richiesto dall’essere tutti membra l’uno dell’altro nel Corpo mistico di Cristo”[4].
In dialogo con tutte le altre espressioni di rinnovamento della vita consacrata, “Unità e Carismi” si mostra particolarmente sensibile alle nuove prospettive che accompagnano la vita consacrata, quasi offrendo le primizie di quella che sempre più emergerà come la “spiritualità del futuro”.
Già nel 1982 Jesús Castellano ne parlava in un suo contributo intitolato, non certo a caso, Unità e carismi nel magistero della Chiesa: “La dottrina del Concilio Vaticano II sulla vita religiosa, i più recenti discorsi del Santo Padre Giovanni Paolo II ai religiosi, i documenti della Sacra Congregazione per i Religiosi e gli Istituti secolari, hanno dato un rilievo particolare al tema dell’unità fra i religiosi, nella fedeltà al proprio carisma, come contributo specifico nel servizio della Chiesa e della sua missione evangelica.
Rileggendo nell’oggi della Chiesa i vari documenti del Magistero che stanno guidando il nostro cammino di rinnovamento, noi religiosi sentiamo di essere, come i nostri Fondatori rispettivi, al servizio della Chiesa, per la realizzazione della sua missione, affidata da Cristo nella sua preghiera al Padre: ‘Che tutti siano uno affinché il mondo creda che tu mi hai mandato’ (Gv. 17, 21). Parole che contengono la missione affidata in modo speciale ai religiosi nel Decreto Perfectae caritatis, n. 15”[5].
Parole che continuano a illuminare, in questo spirito di servizio e di unità, il cammino che caratterizza fin dalle origini il Movimento dei religiosi e il Movimento delle consacrate, e che trova nelle prospettive espresse dalle pagine di “Unità e Carismi” una viva concretizzazione.
[1] Cf. Messale Romano, Prefazio della Preghiera Eucaristica V/A.
[2] C. Lubich, La spiritualità dell’unità e i religiosi, in F. Ciardi (a cura), Il coraggio della comunione. Vie nuove per la vita religiosa, Città Nuova, Roma 1993, p. 84. Cf. anche Id., Discorso all’Unione dei Superiori Generali, in A. Beghetto (a cura), Crescere insieme in Cristo. La formazione permanente del religioso, cit., pp. 191-203.
[3] Id., La spiritualità dell’unità e i religiosi, cit., p. 83.
[4] Id., La spiritualità dell’unità e i religiosi, cit., p. 86.
[5] J. Castellano, Unità e carismi nel Magistero della Chiesa, in AA.VV., Il sacerdote oggi. Il religioso oggi, cit., p. 41.