Nel segno di Li Na
Nel 2013 è stato pubblicato l’articolo “L’eccellenza nello sport e nella vita” (Città Nuova n°15/16) sulla leggendaria tennista cinese Li Na, vincitrice di due titoli Slam: Roland Garros 2013 e Australian Open 2014. Poco dopo si è ritirata dalla carriera agonistica. Ma sappiamo che la sua fama ha portato la sua città natale Wuhan al centro del mondo del tennis, avviando contemporaneamente la Cina a una grande rincorsa agli affari, tanto che probabilmente la vera svolta del Paese del sol levante è cominciata da lì.
La stagione tennistica in Asia rappresenta uno dei momenti più interessanti dell’anno, soprattutto perché sono in gioco moltissimi punti per gli sportivi interessati in vista del master finale sia per gli uomini che per le donne. Fra settembre e ottobre si disputano 7 tornei internazionali di tennis in Cina. Le prime 8 giocatrici piazzate in classifica colgono così le ultime possibilità per strappare un pass last-minute, che le vedrà gareggiare per il WTA Finals a Singapore, con un montepremi di 7 milioni di dollari.
Wuhan è ora una città in forte espansione, con circa 10 milioni di abitanti e sede di importanti aziende automobilistiche e tecnologiche. Gli enormi investimenti a Wuhan per un impianto sportivo faraonico, costato 200 milioni di dollari, simboleggiano la crescita e una nuova frontiera per il tennis in Cina. Questo sport sta diventando enormemente popolare, tanto da aver raggiunto il livello del basket e di sport nazionali come il badminton e il ping pong.
C’è stata una vera rivoluzione da quando la CCTV, l’emittente nazionale, ha trasmesso le immagini delle Olimpiadi di Atene 2004, dove Li Ting e Sun Tian Tian hanno vinto l’oro olimpico in doppio. La Cina allora ha scoperto il tennis. Da allora sempre più appassionati vanno a vedere i tornei e molte più aziende vi investono.
Negli ultimi 10 anni questa grande crescita ha rispecchiato l’economia del Paese, con tutti i suoi limiti e i punti di forza, ed è aumentato comunque in maniera esponenziale il pubblico, tanto che molti giovani hanno trovato la motivazione per intraprendere la carriera tennistica.
L’introduzione dei metodi scientifici nell’allenamento e nella preparazione degli atleti, grazie all’aiuto dei coach stranieri, ha facilitato il salto qualitativo. I maestri cinesi sono bravi nell’insegnamento della tecnica di base, ma non posseggono ancora bene la tattica. Oggi, infatti, non è tanto decisivo come si colpisce la palla, ma verso dove.
Attualmente ci sono 4 cinesi fra le prime 100 del mondo in campo femminile, nel futuro probabilmente questo numero aumenterà. Molte giovani sotto i 20 anni sono pronte a scalare la classifica. Mentre in campo maschile la situazione non vede grandi svolte.
C’è da tener conto di una differenza tra maschile e femminile. La Cina potrà avere giocatori dotati di ottime capacità atletiche, che col tempo potrebbero sopperire ad una potenza fisica leggermente inferiore a quella dei colleghi occidentali. Tuttavia, le giocatrici cinesi spesso sono dotate di grande forza fisica, oltre che mentale, che traducono in grande concentrazione durante l’allenamento e la partita, elemento che fa la differenza soprattutto nelle prestazioni di alto livello.
«Semplicemente, non si arrendono. La loro capacità di concentrazione emerge sul campo: hanno carattere, intensità, determinazione», secondo Peter McNamara, ex coach della federazione cinese.
Da anni si discute riguardo una possibile invasione cinese in tanti campi, ma forse viene sottovalutato il deserto culturale da cui è partito questo popolo. Adesso che le basi sono state poste, è arrivato il tempo di raccogliere qualche frutto.