Nel paese delle creature selvagge

Cinema

Può succedere, quando pensiamo alla nostra vita passata, che sentiamo un interesse particolare per l’età degli otto o nove anni, quella di Max, protagonista dell’attuale film di Spike Jonze. Ci colpiscono, di quel periodo, la fragilità nei rapporti con gli altri e la tendenza ad evadere nel sogno, per immaginare situazioni fantastiche, simili alle reali, misurarsi con esse e cercare, inconsciamente, equilibri nuovi. È questo l’argomento affrontato dal regista, che ha portato sullo schermo, in un’opera davvero originale e incantevole, il breve libro illustrato, dallo stesso titolo, uno tra i più cari ai bambini del mondo anglosassone.

Jonze punta non tanto sull’azione coinvolgente, quanto sulle emozioni, scegliendo che lo spettatore abbia il primo impatto con le creature selvagge attraverso i loro faccioni, quasi sempre ripresi in primissimi piani. È osservando le loro buffe espressioni che si entra in quel mondo fiabesco, un po’ pauroso, ma non cattivo e, soprattutto, docile all’intraprendenza decisa di Max, che si offre come loro re. Anche in seguito, quando la cinepresa si allarga alle bellezze naturali dell’isola, il racconto non presenta un’evoluzione crescente, preferendo seguire la spontaneità delle proposte di gioco del bambino, cui quegli strani personaggi si adeguano, come fossero ragazzi essi stessi. Le battute e i gesti richiamano alla memoria momenti gioiosi, provati nell’infanzia.

Ma, quando si è giocato e stragiocato, senza aver raggiunto, naturalmente, un qualche risultato diverso dal puro divertimento, vien voglia di tornare a casa propria: così fa anche Max. La parte del film più ricca di spunti toccanti e poetici è quella dei saluti. I rozzi pupazzoni, affezionatisi a lui, hanno modificato i loro istinti primordiali. La raffinata elaborazione dei loro sentimenti, immaginati dal bambino, testimoniano che egli, quando rientra nella propria casa, non è più lo stesso: il rapporto con la madre è decisamente più maturo.

 

Regia di Spike Jonze; con Max Records, Catherine Keener.

 

 

Valutazione della Commissione nazionale film: consigliabile, semplice.

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