Nel paese dei balocchi
Balocchi, burattini, marionette. Ed ancora: ninnoli, bambole e trenini. Sopravvive la magia del giocattolo, nonostante i ripetuti attacchi degli agguerriti eserciti della multimedialità e della tecnologia. In un grandioso tabellone di un Risiko immaginario, la strategia del sogno e della fantasia reggono ancora contro i più forti avversari. Facciamo un viaggio nella campagna romana, lungo l’asse delle storiche vie consolari Casilina e Prenestina, e giungiamo a Zagarolo dove nel cinquecentesco Palazzo Rospigliosi, prestigioso castello nobiliare, sede di eventi culturali, ci attende il Museo del giocattolo. Sono 1400 metri quadrati da sogno, accuratamente restaurati e arredati, che ospitano una realtà rara per l’Italia, ma in linea con le tendenze museali più all’avanguardia, soprattutto nel Nord Europa: un luogo interamente dedicato al giocattolo, che ne illustri l’evoluzione ed offra al grande pubblico di tutte le età occasioni di scambio, approfondimento e interazione con una tipologia di oggetto che, più di tanti altri, descrive il mondo e racconta la vita. Un museo e anche un contenitore vivo e ricco di iniziative che ospita e favorisce attività culturali e didattiche, convegni, seminari, mostre temporanee, spettacoli. Due piani di esposizione, in cui un percorso organizzato per aree tematiche racconta i temi fondamentali del Novecento attraverso il mondo del giocattolo. Documenti ed illustrazioni costituiscono un vero e proprio itinerario di- dattico, arricchito dai mezzi audiovisivi e dalla multimedialità. Questo museo è stato infatti progettato con una particolare attenzione alla pedagogia, all’insegnamento e in generale alla comunicazione di un sapere basato sull’interazione, in modo da mantenere vivo l’interesse dell’ospite e creare una interconnessione tra chi vede e chi è visto. Il museo ospita Il mondo segreto delle marionette, con pezzi dell’Ottocento e dei primi del Novecento firmati dai più grandi marionettisti italiani (Pavèro, Ajmino, Podrecca) e completi dei corredi di armature, abiti, biancheria e scarpine: manufatti rari, sorprendentemente ricchi ed accurati per materiali ed esecuzione, mai visti prima in un museo. L’allestimento risponde ad un progetto innovativo, di grande purezza per linee e materiali utilizzati; esso è ispirato al gioco, all’assemblaggio di tanti pezzi che poi si ricompongono in un unico elemento. Di particolare bellezza la sala del trono, costituito da elementi posti a quote diverse, che insieme compongono una realtà pronta ad accogliere i preziosi e colorati reperti. E come non rimanere incantati dal grande plastico del trenino elettrico: binari, vagoni, locomotive, stazioni e scambi a non finire? Qui le dinamiche intergenerazionali spariscono: nonni, papà e bambini sono alleati di ferro e chissà come vorrebbero oltrepassare la linea del non toccare! Ma occorre ricordare che attori principali del museo sono i giovanissimi, indipendentemente dal fatto che alla visita si appassionano anche i grandi. Anche con iniziative come quella di Zagarolo il sogno e la fantasia avranno ancora frecce all’arco! COLLEZIONI PRESTIGIOSE Il nucleo fondante del museo è stato costituito grazie all’acquisizione di due importanti collezioni, ora qui con sede permanente: la Collezione Oppo, già appartenuta a Nella Cristetto Oppo, comprendente giochi, giocattoli e bambole di valore antiquario rinomati a livello nazionale ed internazionale; la seconda è la prestigiosa e vasta collezione – ricca di storia – lasciata in eredità a Lisa e Franco Palmieri da Fritz Billig Hoenigsberg, già repertorio museale dell’Associazione culturale museo della memoria giocosa. Quest’ultima è composta da giochi e giocattoli prodotti tra il 1920 e il 1960, rappresentativi della vasta produzione internazionale di giocattoli europei, americani e asiatici, che Billig – sfuggito al nazismo – continuò per tutta la sua lunga vita a raccogliere, quale simbolo di un luogo ideale dove tutti i bambini possano essere uguali e con i quali dialogare giocando, al di là di ogni distinzione.