Nel nome di Giuseppe
Mentre, in nome della famiglia, nei luoghi della politica, in tv e sui giornali si discute, a volte si litiga pure, in tante parti d’Italia e del mondo ci sono persone che lavorano concretamente per sostenere situazioni familiari difficili, creare strutture e riportare il sorriso sul volto di migliaia e migliaia di bambini soli e abbandonati. I coniugi Ferraro sono due di queste persone. Elisa e Gino sono sposati da 24 anni ed hanno 5 figli; lei insegnante, lui medico, vivono a Maddaloni, in provincia di Caserta. La loro vita scorreva tranquilla, tra la famiglia, il lavoro e l’impegno nel Movimento dei focolari, quando, il 4 gennaio 1994, il piccolo Giuseppe, poco più di 3 anni, occhi vispi ed intelligenti, muore a causa di una encefalite virale, complicazione di un’influenza, (cf. Città nuova, n° 5/1996). Anche per noi – racconta Elisa – come per tutti, ci sono stati i giorni del lutto e del pianto e sono stati tanti e difficili. Ma poi, sostenuti dagli amici che condividevano con noi gli stessi ideali di unità, abbiamo capito che il segreto per vincere il dolore e ritrovare il senso dell’esistenza era aprirsi agli altri, donare l’amore che avremmo destinato a nostro figlio a chi ne aveva bisogno, a tutti quei bambini soli, abbandonati, in situazioni socio-economiche disagiate. È nata così – continua Gino – la Fondazione Giuseppe Ferraroonlus, non tanto per ricordare il piccolo, ma per continuare a donare quell’amore che non potevamo più dare a lui. La fondazione che, fin dalla sua istituzione, ha fatto propri, con attività concrete, formative e informative, i bisogni del minore, favorendo la crescita di una cultura a tutela del minore e del suo mondo, è un’organizzazione non lucrativa di utilità sociale, sorta per promuovere gli ideali di famiglia e unità che nella società spesso vengono a mancare. Le prime azioni sociali erano destinate all’assistenza ai minori di Maddaloni in età prescolare, privi di almeno uno dei genitori, in disagiate condizioni economiche. Si cercava di curare sia l’aspetto fisicomateriale, sia quello morale-spirituale, per favorire una crescita globale e promuovere, fin dove era possibile, l’unità del nucleo familiare aiutando i bambini senza toglierli dalla famiglia di origine. Questa iniziativa, realizzata con l’aiuto di un gruppo di tutor volontari, è, poi, confluita in un progetto complessivo, denominato Crescere insieme, che ha avuto il patrocinio del ministero del Welfare. A tutt’oggi, con tale progetto, sono stati seguiti circa settanta bambini. Progressivamente – riprende Elisa – abbiamo sentito l’esigenza di una preparazione specifica più adeguata. Nel maggio ’96 è stato attivato il primo di una serie di corsi di formazione sull’affido familiare. Oggi la fondazione gestisce i servizi di affido per conto di diversi comuni della Regione Campania, organizzando anche corsi di formazione per operatori sociali e per famiglie affidatarie. Attualmente abbiamo in corso numerosi affidi. Nel dicembre ’97, per ridare il sorriso a quei bambini che lo avevano perso, è nata, a Caserta, la Casa Sorriso, la prima casa-famiglia di tutta la provincia. In seguito, proprio a Maddaloni, è stata aperta Casa Felicetta, dal nome di un’amica della fondazione. Successivamente è sorto il Centro Antonio Valle di Torre Annunziata, per la promozione e la realizzazione dell’affido familiare, con la formazione alle famiglie aspiranti affidatarie e agli operatori, il supporto psico-sociale e materiale a bambini in difficoltà e alle loro famiglie e la formazione alle coppie su coniugalità e genitorialità. Contemporaneamente la Fondazione partecipa alle iniziative del Banco alimentare ed è sportello per le adozioni internazionali dell’Amu. Organizza, inoltre, numerose iniziative di tipo culturale per sensibilizzare enti, istituzioni e semplici cittadini sul tema dell’infanzia: convegni, dibattiti, concorsi scolastici…. La nostra iniziativa più recente – precisa Gino – è la realizzazione, nel quartiere Feudo di Maddaloni, del Centro per la famiglia Felicetta, uno stabile di cinque piani, costruito in appena tredici mesi. È una struttura polivalente che prevede, oltre agli uffici di segreteria, ai locali per l’accoglienza e per la formazione, la Casa delle arti e della cultura, realizzata in collaborazione con Fondazione Vodafone Italia, e la Casa-famiglia Rosa Cirillo, dal nome della signora che, pur senza conoscerci personalmente, è stata colpita dalle nostre iniziative e ci ha lasciato in eredità una somma di denaro, che è arrivata proprio nel momento in cui dubitavamo della possibilità di riuscire a mettere su una struttura così grande. Nello scorso mese di giugno, dopo un convegno nazionale di due giorni – dal titolo Il minore richiede una famiglia. Fare famiglia oggi -, convegno al quale hanno preso parte studiosi e rappresentanti delle istituzioni di tutta Italia che hanno espresso apprezzamenti per il lavoro della fondazione, soprattutto per quell’aria di unità che si respirava in tutto quello che si faceva o si diceva; si è svolta l’inaugurazione, con la benedizione del vescovo di Caserta mons. Nogaro. Alla cerimonia erano presenti quasi un migliaio di persone, tra cui la maggior parte personalmente coinvolte nelle iniziative della fondazione o nella costruzione del centro. Dal sindaco, Michele Farina, che ha espresso il proprio apprezzamento per questo centro che diventerà certamente un punto di riferimento per una realtà socialmente disgregata come è la provincia di Caserta; all’elettricista, che ha diligentemente realizzato tutti gli impianti; dal dirigente dell’Ufficio tecnico che ha condiviso scelte e responsabilità, agli operai e alle loro famiglie che si sentivano parte di una realtà veramente positiva. Significativa anche la presenza di tante persone non credenti, ma spinte da motivazioni ideali forti, che si riconoscono nella Fondazione. La nascita di questo Centro – conclude Elisa – ha segnato un momento fondamentale nella vita della nostra fondazione, perché il rapporto di stima e collaborazione con tutti i membri e gli amici è cresciuta, e sentiamo che senza questo spirito di coesione il futuro non avrebbe senso. Quello che poteva sembrare un punto di arrivo è diventato, dunque, un rinnovato inizio, verso nuove attività che ancora non conosciamo, ma che, siamo certi, capiremo, perché, seguendo quella frase del Nuovo Testamento che, alla nascita della fondazione, Chiara Lubich ci ha suggerito come condotta di vita – L’amore di Cristo ci spinge, dalla seconda Lettera ai Corinzi -, noi lasciamo che sia Dio a guidarci, come ha fatto finora. Fondazione Giuseppe Ferraro-Onlus Via San Francesco d’Assisi, 156 81024 Maddaloni (Ce) tel. 0823.200017 – fax 0823.403351 email fondgferraro@tin.it www.fondazionegiuseppeferraro.org.