Nel mare ci sono i coccodrilli
Fabio Geda - Baldini Castoldi Dalai
Una madre sul far della sera prende con sé il suo figlio più grande, ancora bambino, si mette in cammino verso un paese straniero e dopo tre lunghi giorni di viaggio, mentre lo mette a riposare nella camera spoglia di un ostello, gli sussurra parole ferme e dolci come un abbraccio: tre cose non dovrai mai fare nella vita, per nessun motivo, la prima è usare droghe, la seconda è usare armi, la terza è rubare.
La mattina dopo, quella madre è già ripartita. Sì, perché «quando la buca scavata da tua madre vicino alle patate sta diventando troppo piccola per nasconderti dai talebani, vuol dire che continuare a vivere in Afghanistan sta diventando troppo pericoloso, allora può capitare che tua madre ti dica che dovete fare un viaggio».
Comincia così la storia vera di Enaiatollah Akbari, ragazzino afghano, partito per un viaggio che lo porterà in Italia attraverso l’Iran, la Turchia e la Grecia. Un’odissea attraverso la miseria, il sopruso, la paura, ma anche gesti di umanità.
Fabio Geda, l’autore, quando ha conosciuto Enaiatollah a Torino e l’ha sentito raccontare il suo viaggio, ha capito che gli sarebbe servito molto tempo prima di riuscire a scrivere quella storia con altrettanta leggerezza e ironia: «Ho impiegato tre anni per sentirmi adatto al compito».
Una storia da conoscere, da far conoscere, che apre gli occhi su quel popolo di bambini che ogni giorno parte dalla miseria e si incammina verso l’Europa, per sopravvivere.