‘Ndrangheta vecchia e nuova
Una ’ndrangheta al passo con i tempi negli affari economici, ma tradizionalista nel portare avanti la “famiglia”.
Dall’attentato alla Procura generale presso la Corte d’Appello di Reggio Calabria che ha innescato una lunga serie di mandati di cattura, agli arresti eccellenti delle scorse settimane che hanno interessato anche diverse città della Lombardia. Un altro duro colpo sferrato alla ’ndrangheta. E questa volta ciò è avvenuto spezzando il “ponte” che la malavita organizzata aveva creato tra Reggio Calabria e Milano, e le tante città della regione lombarda nelle quali sono stati individuati i “locali”, per dirla in gergo ’ndranghetista, sedi di altrettanti comuni in cui era stato diviso il territorio tra le varie famiglie malavitose.
L’operazione attuale, coordinata contestualmente dalle procure di Reggio e di Milano, è fra le più vaste degli ultimi dieci anni, anche se nell’ultimo biennio, dall’arrivo del procuratore della Dda reggina, Giuseppe Pignatone, qualcosa nella città in Riva allo Stretto, si sta muovendo.
E il segnale forse più confortante per la città, è arrivato finalmente dalla società civile, andando incontro a ciò che sta tanto cuore allo stesso Pignatone che non perde occasione, ogni qual volta sia possibile, di esprimere incoraggiamento, perché il vero segnale alla ’ndrangheta può e deve arrivare dalle tante persone perbene.
Forse anche questa operazione una volta di più ha dimostrato quanto i legami con la propria terra d’origine e le proprie “tradizioni” siano care alla malavita. Queste ultime intercettazioni ambientali hanno infatti messo in luce come i passaggi e le scelte fondamentali della ’ndrangheta debbano svolgersi obbligatoriamente sotto il manto della Madonna di Polsi, nel comune di San Luca. Le procedure di “affiliazione” alla famiglia, l’attribuzione delle cariche, per scelta unanime dei boss, devono tenersi solo a Polsi, pur se la malavita è orami ben infiltrata nel tessuto sociale di tante regioni del Nord. Dunque una ’ndrangheta al passo con i tempi negli affari economici, ma tradizionalista nel portare avanti la “famiglia”.
Ecco allora perché la società civile, che oggi è di incoraggiamento all’attività della Procura distrettuale antimafia, potrà infliggere il colpo mortale alla malavita.