Navigare in acque pericolose
«Mi sono reso conto che, quasi senza accorgermene, sono diventato schiavo di siti pornografici. Pensavo che tutto si sarebbe risolto col matrimonio. Invece non riesco a liberarmi ed ho perso la gioia di vivere».
L.S.
Purtroppo la dipendenza dalla pornografia, in particolare quella da Internet, è molto diffusa. Si inizia magari per curiosità, ma poi si rimane imprigionati; anzi, come succede per una qualsiasi droga, si sente progressivamente la necessità di aumentarne la dose, ricercando esperienze sempre più spinte.
Le conseguenze possono essere molteplici. Prima di tutto avviene un indebolimento della volontà, per cui si avverte una sensazione di schiavitù, e poi un progressivo ripiegamento su sé stessi, che rende incapaci di vivere la sessualità come relazione, come dono di sé, e fa spesso vedere il matrimonio stesso come un limite alla propria vita sessuale. Per questo tante volte capita di chiedere al partner prestazioni non condivise o eticamente discutibili, che minano alla base l’intimità della coppia.
Cerca, allora, di riservare le “tue navigazioni” alle strette necessità e di posizionare il computer in una camera in comune con altri; soprattutto, riapri il tuo cuore ai dolori e alle sofferenze del prossimo, evita la solitudine e coltiva nuovi interessi. Molto importante sarà la condivisione di questa tua problematica con persone di fiducia e, se necessario, anche con un bravo psicoterapeuta.