Navi cariche di migranti bloccate?

L'arrivo massiccio di persone in Italia pone interrogativi sugli accordi firmati in Africa e sulla solidarietà europea
Sbarchi
12 mila migranti in poco più di 48 ore, da 22 navi,  sono sbarcati sulle nostre coste. A Cagliari, ad esempio, un cargo spagnolo ha sbarcato più di 900 migranti. «L’Italia potrebbe essere costretta a bloccare i porti alle navi di Ong per ragioni di sicurezza nazionale», ha affermato Maurizio Massari, ambasciatore dell’Italia presso la Ue, al commissario europeo degli Affari interni Dimitri Avramopoulos. Il quale ha riaffermato che le leggi in vigore restano valide, ma che l’attuale emergenza richiede risposte pronte dell’intera Unione europea. Se ne parlerà al prossimo vertice dei ministri della Giustizia e degli Interni a Tallinn.
Il fenomeno, pur essendo ancora gestibile per l’Europa  (siamo ancora su cifre accettabili per 501 milioni cittadini Ue), lo è meno per l’Italia e per le strutture di accoglienza nostrane non sufficienti e non efficaci come si dovrebbe. Anche l’Unione comincia a rendersi conto che non si può più girare lo sguardo ogni volta che un barcone arriva in Sicilia o altrove. La risoluta opposizione del Gruppo di Visegrad  (Polonia, Cechia, Slovacchia e Ungheria) ha complicato le cose.
Ma la nuova ondata di sbarchi, dovuta anche alle buone condizioni del mare e alla fine del Ramadan, sembra ribadire l’inefficienza e l’inefficacia dei recenti accordi firmati tra la polizia italiana e quelle della Libia e di altri Paesi sahariani e del Corno d’Africa. Accordi stipulati spesso con regimi poco stabili e rappresentativi, e con enormi incertezze sul rispetto dei diritti umani. Non si può lasciare ai singoli Stati una materia così delicata.
Comunque sia, i 12 mila nuovi arrivati sono esseri umani. Per salvaguardarne l’umanità serve un impegno della comunità internazionale compatta. Il fenomeno è epocale.
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