Una nave di bambini e il governo di Roma
Mentre a Roma si discute e immagina la composizione del nuovo governo Conte nel segno della discontinuità, da una settimana la nave Mar Jonio, dell’organizzazione umanitaria Mediterranea sta navigando al largo della Libia in fiamme per portare soccorso ai migranti che cercano di fuggire da un territorio che è tutto fuorché un porto sicuro, come confermato da varie fonti autorevoli.
Sull’imbarcazione si trova l’inviato di Avvenire, Nello Scavo, che sta compiendo quella stessa esperienza che ci ha raccontato Tiziano Terzani, un grande del giornalismo internazionale che decise,ad un certo punto di lasciare il taccuino per calarsi in mare ad aiutare le famiglie dei boat people che fuggivano dal Vietnam “liberato” dalle armate rosse del Nord.
Allora si mosse anche la Marina italiana per prestare soccorso alle masse di persone in fuga, mentre stavolta anche la ministra della Difesa Trenta ha controfirmato il provvedimento del ministro degli Interni, Salvini, che, applicando il decreto sicurezza bis, impedisce l’ingresso ai circa 100 migranti tra i quali sono presenti 22 bambini di età inferiore a 10 anni e 5 donne incinte, vittime di stupro nelle prigioni libiche secondo le testimonianze raccolte a bordo.
Siamo riusciti a sentire Nello Scavo che ci ha confermato l’inizio della missione di salvataggio della Mar Jonio dopo le notizie di nuove stragi in mare con la morte di almeno 40 persone alloggiate in un barcone alla deriva, mentre altre imbarcazioni del genere erano avvistate in partenza dal porto di Misurata in Libia. Come ha scritto su Avvenire «la nave si trova in acque internazionali ma in condizioni proibitive a causa del mare grosso e della pioggia che ha flagellato il ponte su cui si trovano i 98 migranti salvati al largo di Misurata». Giunta al largo di Lampedusa «la motovedetta CP312 della Guardia Costiera ha affiancato la Mare Jonio per fare salire a bordo due ufficiali della Guardia di Finanza, che hanno notificato il decreto del Ministro dell’Interno che ci vieta di entrare».
Cosa fate sulla nave ?
Prima di tutto, a bordo, facciamo i giornalisti, ma poi abbiamo preso parte ai soccorsi perché non si può restare con le mani in mano. Facciamo turni di vedetta e di guardia. Ieri siamo intervenuti per trasbordare le persone e metterle in sicurezza dato che erano tutte inzuppate nella nafta.
Che necessità ci sono a bordo?
Abbiamo trovato uomini, donne e bambini alla deriva da due giorni senza cibo e senza acqua. Le persone che hanno più bisogno di aiuto sono le donne incinte, già vittime di ripetute violenze in Libia, e i tanti bambini, il più piccolo dei quali ha solo 4 mesi. Uno di loro porta una ferita ad un braccio procurata durante un combattimento avvenuto in Costa d’Avorio. La nave non è il luogo adatto per la cura, nonostante la grande professionalità di tutto l’equipaggio della nave di soccorso. Si tratta di esseri umani che hanno vissuto torture assieme a pesanti traumi psicologici,
A chi avete chiesto aiuto?
Mediterranea si è rivolta al centro dei soccorsi italiano che dopo un primo tentennamento ha fatto sapere che avrebbe ricercato un porto di sbarco. Di fatto non è arrivata finora alcuna segnalazione se non la notifica del provvedimento firmato da tre ministri uscenti ( Salvini, Trenta e Toninelli) che intima il divieto di ingresso a questa nave che io chiamo dei bambini e delle famiglie. Una fortissima contraddizione che impedisce a queste persone di chiedere aiuto e protezione internazionale come previsto in questi casi di particolare vulnerabilità.
Esiste il timore a bordo per le sanzioni previste dal decreto sicurezza?
L’unico timore reale da parte dell’equipaggio, a partire da capo missione Luca Casarini, da quello che mi pare di capire è la sicurezza delle persone salvate. Le sanzioni personale e amministrative che arriveranno sono del tutto secondarie.
Sulla nave Mar Jonio si trovano, oltre a Nello Scavo di Avvenire, Marco Mensurati di Repubblica , il fotoreporter Francesco Bellini e la scrittrice Caterina Bonvicini.
Qui alcune notizie su Mediterranea, progetto finanziato, tra gli altri, da Banca Etica