A Natale solo giocattoli sicuri

La campagna dell’Agenzia Dogane e Monopoli in vista delle festività Ne abbiamo parlato con Alessandro Proposito, referente dei laboratori centrali dell’Agenzia
AP Photo/Jens Meyer

“Non si gioca con la salute dei bambini”. È il titolo della campagna di sensibilizzazione promossa dall’Agenzia Dogane e Monopoli in vista del Natale.

I dati raccolti dall’ente, che si occupa anche del controllo delle merci importate in Italia, richiamano l’attenzione sul tema della sicurezza dei giocattoli: «Circa il 50% dei giocattoli esaminati risulta non conforme alle norme UE per la presenza di sostanze tossiche e/o parti infiammabili, taglienti o staccabili, quindi molto pericolose per i bambini, e risultano privi dei requisiti soprattutto quelli destinati alla fascia di età 0-36 mesi». Dati che tuttavia non devono allarmare, spiegano dall’Agenzia che invita piuttosto i genitori ad una maggiore consapevolezza.

Ne abbiamo parlato con Alessandro Proposito, referente dei Laboratori Centrali dell’Agenzia:

Come avvengono i controlli?
I campionamenti dipendono dalle importazioni che seguono i periodi di smercio dei prodotti: quelli natalizi vengono importati soprattutto in estate. Le nostre analisi riguardano il 5-10% delle merci in ingresso: un limite imposto da Bruxelles per assicurare la fluidità dei traffici.

Le centinaia di analisi effettuate su questo campione dai nostri laboratori di Livorno e Napoli hanno riscontrato sui giocattoli un tasso di non conformità del 50%. Si tratta di prodotti per il 95% di provenienza cinese che vengono distrutti.

Se i controlli riguardano solo il 5-10% delle merci importate, vuol dire che il rischio è notevole…
Questi numeri non devono allarmare. Parte delle merci che arrivano in Italia entrano nell’UE attraverso altri paesi membri. Su queste non facciamo controlli ma in generale dobbiamo pensare che nell’Unione Europea c’è un sistema di controlli efficace. Siamo in contatto con i laboratori delle dogane degli altri paesi membri, siamo allineati e cerchiamo di mantenere alto il livello delle analisi. C’è poi il caso dell’importatore che, avendo dato prova di regolarità nelle operazioni, può beneficiare di controlli alleggeriti. All’inverso, se viene attivato un canale rosso per un’azienda o una categoria di prodotti allora il 100% delle importazioni viene analizzato.

In che consistono le vostre analisi sui giocattoli?
Nei nostri test facciamo riferimento alla Direttiva europea n.48 del 2009 che disciplina il commercio dei giocattoli in Europa, e alle norme tecniche che ne derivano, le EN71 che riguardano il rischio fisico e meccanico, di infiammabilità e chimico. C’è poi il regolamento REACH che stabilisce il quantitativo limite di sostanze pericolose che possono circolare e che tratta anche degli ftalati presenti nelle plastiche morbide, quindi nelle bambole, nelle paperelle da bagno e nelle barchette di plastica che i bambini possono portare alla bocca. Gli ftalati possono causare danni agli organi di riproduzione riscontrabili solo nel tempo.

Quali altre sostanze tossiche possono essere presenti nei giocattoli?
Le nitrosammine e il bisfenolo sono dei possibili cancerogeni e sono ammessi solo entro limiti precisi. I giocattoli di tipo metallico possono contenere metalli pesanti come cadmio, piombo e cromo nelle vernici e se il bambino li porta alla bocca possono produrre malori immediati o danni a lungo termine non immediatamente visibili. C’è poi il rischio di soffocamento dovuto alla presenza di parti staccabili che si possono ingerire: lo rileviamo usando un tubicino che simula la trachea del bambino fino a tre anni. La presenza di bordi taglienti, parti acuminate, spigoli vivi comporta il rischio di tagli e ferite.

I genitori che vogliono acquistare giochi per i loro figli, come possono distinguere quelli sicuri da quelli potenzialmente tossici?
I genitori devono saper riconoscere il marchio CE di conformità alla normativa europea che attesta che il prodotto ha superato i test che ne assicurano la sicurezza, sapere come è fatto e che dimensioni ha per distinguerlo dai pittogrammi che vorrebbero imitarlo. Devono verificare che la confezione riporti la denominazione del giocattolo in lingua italiana: se non c’è spazio perché il giocattolo è piccolo, essa deve essere scritta sull’imballo o su un foglietto illustrativo che riporti anche le istruzioni per l’uso, come deve essere montato, i rischi derivanti dall’uso, e il nome del produttore o dell’importatore con relativo indirizzo per potersi rivolgere a loro in caso di difetti e anomalie. Se il giocattolo è destinato alla fascia da 0 a 36 mesi deve essere apposto il simbolo con la testina del bambino e con la fascia trasversale con scritto 0/3 anni.

In ogni modo sembrerebbe prudente evitare i giocattoli “made in China”…
In realtà non è giustificato alcun pregiudizio verso i prodotti dalla Cina, alcuni dei quali hanno standard di eccellenza. Inoltre, molti dei prodotti “made in China” sono realizzati su commissione di aziende italiane o europee che delocalizzano per abbassare i costi: i loro prodotti, pur realizzati in Cina, sono sottoposti a test che ne garantiscono la sicurezza e permettono l’uso del marchio CE. Questo riguarda anche i prodotti venduti negli empori cinesi, mentre nei mercatini più spesso troviamo prodotti che seguono percorsi differenti e hanno livelli qualitativi più bassi.

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