Natale o Disneyland?
E torna Natale… E ricompaiono, assieme ai soliti richiami consumistici, i soliti stravolgimenti in stile cartoon e Disney del tradizionale presepio.
E torna Natale… E ricompaiono, assieme ai soliti richiami consumistici, i soliti stravolgimenti in stile cartoon e Disney del tradizionale presepio, dove Madonne, Bambinelli, angioletti e tutto il corteo di uomini e animali hanno le stesse caratteristiche tenere e dolciastre dei personaggi del buon vecchio Walt. È un vezzo ormai diffuso, a cui purtroppo non si sottrae neppure certa produzione cattolica intesa a raffigurare l’evento umano-divino della nascita di Gesù.
Lo scopo, forse, è di presentarlo ai bambini in un modo più accattivante, più adatto ai loro gusti? Ma i bambini sanno bene, per conto loro, trasfigurare la realtà. Figurarsi, poi, con tutti i mostri e i personaggi horror a cui sono ormai avvezzi, possono benissimo “sopportare” raffigurazioni più virili e realistiche del presepio.
Non sono un particolare fan di quello napoletano, pur essendo di origini partenopee, ma a questo punto mi viene da rivalutarne tutta la forza espressiva. L’avete presente? Vi è mostrata la vita reale, realissima, per ricordare che Gesù s’incarnò in un mondo come il nostro, fra gente comune, che compra e vende, che mangia o chiede l’elemosina, che è partecipe di quanto avviene o, indaffarata, vaga col pensiero altrove.
E i volti, guardateli: non sono idealizzati, non appartengono a figurini o divi, ma all’uomo della strada, il cui aspetto è sgradevole o deturpato dalla malattia (tipiche figure sono quelle della popolana con il gozzo o dello storpio con la stampella). Nessuna malformazione o difetto è risparmiato, per timore di impressionare gli animi delicati. Cristo è venuto, infatti, per sanare i mali fisici oltre che spirituali, e quelli come espressione esterna della guarigione interiore dal male e dal peccato. Quanto a pecore, capre, asini, insomma tutto lo zoo del presepio, sono pure loro reali, non hanno nulla in comune con i sorridenti animaletti disneyani.
Questo era il presepio che affascinava i bambini di un tempo. E non mi risulta che ne venisse pregiudicata la poesia del Natale.