NATALE: la solidarietà è un regalo on-line
NATALE: La solidarietà è un regalo on-line Nel controverso panorama del commercio on-line, si va sviluppando un fenomeno nuovo, sicuramente incoraggiante: la vendita di prodotti i cui proventi servono a finanziare iniziative umanitarie, ecologiche o di volontariato, o che hanno ancora la garanzia di essere “equi e solidali”, con un ricavo garantito direttamente ai produttori delle zone più povere della terra. Le oltre 300 “botteghe” in Italia di questo tipo di commercio, con 1500 volontari impegnati e 16 milioni di euro di fatturato, hanno ormai diverse “vetrine” su Internet, offrendo a tutti la possibilità di uno shopping alternativo in vista del Natale. Il sito www.altromercato.it offre oltre 200 prodotti dal Sudamerica e apre interessanti link, così come il sito www.ilseme.it, più attento ai prodotti agroalimentari; ricco di offerte, ma anche di informazioni, è www.unicomondo. it, una base per conoscere tutto ciò che riguarda il commercio alternativo, in cui si trovano informazioni su “Roba dell’altro mondo”, che lavora per lo sviluppo della produzione artigianale in oriente o su “Le botteghe della solidarietà”, che nasce per sostenere le cooperative impegnate nel commercio equo e solidale e nella conservazione dell’ambiente o sull’Efta (European Fair Trade Association) un’associazione, con sede a Maastricht, che coordina le attività dei principali importatori/distributori di prodotti equi e solidali in Europa. Sul sito www.wwf.it c’è invece il link a “Pandashop” che offre oggetti in legno provenienti da aree di forestazione controllata o abbigliamento prodotto con tinte non inquinanti. Mentre il “Fondo ambientale italiano” propone, attraverso www.fai.it, di devolvere parte delle spese previste per i regali di Natale a finanziare il restauro di opere d’arte, o, in alternativa, di scegliere viaggi all’estero con la garanzia di svolgere un tour secondo criteri equi e solidali. E ancora, i siti www.emergency.it o www.medicisenzafrontiere.it, www.unicef.it offrono valide iniziative di solidarietà da sostenere, mentre nel sito www.bancaetica.com si trova la promozione di progetti finanziari di sviluppo solidale in paesi del terzo mondo. Infine chi vuole inviare auguri di Natale via Internet può usare il sito www.christmascard.com, che distribuisce i proventi delle cartoline ad iniziative in favore dei paesi in via di sviluppo.Auguri. CINEMA 150 secondi per piacere a tutti La regola è chiara: “riempire il quadrante”, inteso come demografico, ovvero il tentativo ecumenico di piacere a tutti, a uomini e donne, a giovani e vecchi. È questo ciò che muove la realizzazione dei trailer, la pubblicità dei film, una settore in iperbolica espansione e ritenuto di primaria importanza per il successo di un film, a giudicare dall’investimento economico: se per un film hollywoodiano si spendono 35 milioni di dollari in pubblicità, da 1 a 2 vanno solo per pagare mesi di lavoro dedicati allo spot. E non pensate che il lavoro di un regista di trailer sia solo quello di scarnificare un’opera cinematografica tanto da ridurne la lunghezza a 150 secondi: non si tratta di un semplice copiaincolla, di un accattivante riassunto, ma piuttosto di una riscrittura intelligente affidata, grazie ad un sapiente bisturi digitale, alle sue mani di “barbiere” che taglia i capelli uno per volta, frazioni di secondo di pellicola che devono valere un’eternità. Così si è passati dalla storica domanda: “Riuscirà il nostro eroe nella sua impresa? Lo scoprirete nella prossima puntata “, ad un gioco raffinato di ricerca per conquistare l’interesse del pubblico. Una certa enfasi sui bambini piacerà di certo alle donne adulte, ma meno agli uomini per i quali sarà importante qualche scena di suspense/ azione, mentre i primi piani maschili faranno sognare le ragazzine, sapendo invece che le scene umoristiche sazieranno il palato dei maschi giovani e così via. Un equilibrio difficile perché un trailer deve essere chiaro senza chiarire. “Voglio che lo spettatore – ha precisato un regista di spot – arrivi alla porta e provi a girare la maniglia, ma poi preferisco non farlo entrare”.