Il Natale a Ischia dopo il terremoto
Strade semi deserte, case chiuse e disabitate, negozi con serrande abbassate. Questa è la situazione in piazza Maio, la zona collinare del comune di Casamicciola Terme – sull’Isola di Ischia – che il 21 agosto scorso ha vissuto una tremenda scossa di terremoto. A distanza di quattro mesi al Maio e alla zona del Fango nel comune di Lacco Ameno, tutto è fermo. Un’atmosfera gelida e deserta ci fa capire come si stanno vivendo questi giorni di Natale dove oltre 2500 sfollati sono costretti a trascorrerlo lontani dalla propria abitazione.
In questi primi quattro mesi sono stati visti gli operai dell’esercito e della protezione civile che hanno puntellato le strutture semi cadenti, ma attualmente tutto è fermo. Si incontrano le camionette dell’esercito che vigilano gli accessi della zona interessata, ma nulla di più. Il governo italiano ha stanziato ulteriori 16 milioni di euro per il post terremoto, ma i tempi tecnici e burocratici rallentano la ricostruzione.
Eppure la speranza non muore nel popolo Ischitano. La voglia di rinascere, di ricominciare è più forte dell’angoscia. Questo grande scossone ha generato una forza d’amore più grande: tanti volontari si sono dati da fare – ancora di più in questi giorni natalizi – per far respirare un Natale sereno e gioioso ai terremotati.
La Chiesa di Ischia è sempre stata presente attraverso la Caritas diocesana per darne sollievo. Le chiese Campane hanno indetto una seconda colletta per l’Isola di Ischia in tutte le messe di domenica 17 dicembre per dare il proprio apporto concreto nei bisogni degli sfollati.
“C’è il desiderio in qualche modo di conservare l’identità di queste popolazioni, che non solo chiede di avere certezze maggiori come la casa ed il lavoro, ma anche il ritrovarsi come comunità, ed è questo il compito della nostra Chiesa di Ischia – ha affermato Mons. Pietro Lagnese vescovo di Ischia – Abbiamo reso pubblica la decisione della Diocesi di Ischia di sostenere le famiglie disagiate attraverso dei voucher che offriremo a quanti hanno perso la casa e il lavoro e questo grazie alle offerte che ci sono pervenute, grazie alla Conferenza Episcopale Italiana e anche grazie a tutti i Vescovi della Campania. In tal modo c’è il desiderio di far ripartire anche le micro imprese che hanno perso tutto e con esse tutta l’economia locale”.
Nei giorni precedenti il Natale è giunti a Ischia anche il Cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana e arcivescovo di Perugia.
“Sono venuto ad Ischia per alimentare la speranza della gente: non sono qui solo per dire una parola di conforto o consolare qualche lacrima ma per condividere quello che voi avete fatto e state facendo e per darvi una mano, per quanto mi è possibile, in vista della ricostruzione, che va adattata a questo specifico contesto” ha affermato il presidente della Cei ai terremotati dell’Isola. Il presule ha voluto incontrare privatamente la famiglia di Lina Balestriere, morta sotto le macerie del terremoto. Lina era una cristiana tenace, molto impegnata in diocesi. Il suo ricordo è rimasto indelebile nei cuori di tanti ischitani che la conoscevano per la sua carità e l’amore disinteressato verso tutti. Il Card. Bassetti ha poi visitato le chiese distrutte dal sisma ma soprattutto ha cercato gli sfollati: “Alla gente continuerei a ripetere la frase del Venerabile parroco Morgera (parroco di Casamicciola post sisma del 1883) che ho letto davanti alla Basilica di Santa Maria Maddalena: Casamicciola risorgerà! Casamicciola, le sue frazioni, Lacco Ameno, risorgeranno, ritorneranno ad essere quello che erano; non possiamo disperdere un patrimonio storico di tale bellezza”.
Uno dei regali più grandi per gli sfollati è stata la visita dell’elemosiniere del Papa monsignor Krajewski arrivato sull’Isola il giorno del compleanno del Papa (17 dicembre). Papa Francesco “vuole stare con voi” ha spiegato monsignor Krajewski, nel suo saluto alla comunità ischitana: in questo tempo, nel quale si avvicina il Natale, “il Papa ha pensato a voi – ha aggiunto – perché la Santa Famiglia non trovava l’alloggio, per loro tutta la zona con le abitazioni era rossa, non potevano entrare, solo la mangiatoia e poi la fuga. Il Papa ha pensato alle quasi 800 famiglie di questa zona che non possono entrare nelle proprie case, quasi 2500 persone che sono fuori alla propria abitazione. Il Papa sta con voi, prega per voi. Mi ha chiesto di abbracciare ogni famiglia, ogni persona, vi vuole bene”.
Ma qual è la situazione, adesso?
Attualmente circa il 78 per cento degli sfollati si trova in abitazioni private messe a disposizioni da parenti o da amici o prese in locazione. C’è un 22 per cento, ancora, che si trova nelle strutture alberghiere: “evidentemente, per loro questo sarà un Natale ancora più particolare perché viene a mancare quella dimensione dell’intimità familiare che in modo particolare tutti noi ricerchiamo, soprattutto in questo periodo natalizio” ha affermato il vescovo di Ischia che per questo motivo si è reso presente in questi giorni più volte in mezzo a loro.