Natale in Egitto
Mi ha fatto impressione arrivare a Luxor il 26 dicembre scorso e trovare nella comunità di suore che mi ha ospitato un gruppo impegnato nella preparazione di un bel presepe. Certo: noi ormai il Natale lo avevamo celebrato, i copti, invece, si preparavano alla celebrazione della nascita di Gesù che cade il 7 gennaio.
La Chiesa copta, sia ortodossa che cattolica, ha vissuto la preparazione al Natale, quest’anno, non senza le apprensioni che da mesi caratterizzano tutto il popolo egiziano. C’erano varie paure, legate anche alla strage che si compì proprio la notte di Natale del 2011 ad Alessandria, dove morirono 24 cristiani. Per questo anche quest’anno le chiese erano sorvegliate, con una particolare attenzione alla cattedrale di San Marco e alla chiesa di Tutti i Santi di Alessandria.
Nonostante il "diktat" dei salafiti di non rivolgere gli auguri di buon Natale ai cristiani, dopo la visita delle autorità dell’università al-Azhar, il capo della Chiesa copta-ortodossa ha ricevuto la telefonata anche del presidente Morsi che si è congratulato con la minoranza cristiana, augurando ad essa prosperità per il nuovo anno. Anche Mohamed Badie, guida suprema dei Fratelli musulmani, ha augurato buon Natale al patriarca Tawadros II e a tutti i copti.
«La Chiesa copta è parte integrante dell'Egitto. Il Paese è unito dai tempi del faraone Menes e lo rimarrà per sempre, nessuna forza potrà dividerlo», ha affermato il neo-patriarca Tawadros II, durante la solenne celebrazione della messa nella cattedrale di San Marco al Cairo. Alla funzione hanno partecipato diverse migliaia di persone, e fra loro rappresentanti importanti delle istituzioni: Rifaa El-Tahtawi, delegato del presidente di Mohammed Morsi, e Amr Moussa, ex candidato alle presidenziali ed ex capo della Lega araba.
Nel corso della sua omelia, Tawadros II ha sottolineato che i cristiani «amano questa terra e questo Paese solcato dal Nilo e sono orgogliosi di farne parte». In un'intervista rilasciata nei giorni scorsi all'emittente indiana Mbc Tv, Tawadros II ha ribadito l'estraneità della Chiesa in questioni politiche, ma ha invitato i copti-ortodossi a lavorare con i musulmani per costruire un nuovo Egitto.
Infatti, negli ultimi giorni alcuni esponenti della diaspora copta avevano lanciato l'idea di dividere l'Egitto per creare uno Stato-enclave copto. Il papa Tawadros II non ha esitato a definire tale proposta delirante. Tawadros in questi giorni ha sottolineato come le riserve dei copti davanti alla nuova Costituzione non debbano essere interpretate come una reazione di carattere settario, ma, piuttosto, come una espressione della preoccupazione suscitata dalla presenza di articoli nella carta costituzionale che «non sono coerenti con i principi di cittadinanza».