Napoli dopo il voto
Schiacciata dai risultati di Roma e Milano, Napoli non trova molto spazio nei Tg e sulla stampa, facendo pensare a qualcuno che nell’informazione ci si dimentichi facilmente del Sud.
In effetti, a Roma e Milano ci sono situazioni inedite, da valutare con calma e ponderazione, mentre a Napoli un lettore distratto potrebbe dire che, dopo cinque anni, non sia cambiato niente: ballottaggio De Magistris – Lettieri. Ma, logicamente, non è così.
In primo luogo, è aumentato l’astensionismo, quasi del 6 per cento, segno del crescente disinteresse dei cittadini per una politica sempre più urlata. A Napoli, la campagna elettorale è stata molto dura, basata sullo scontro personale, sull’individualismo esasperato, fatto allo stesso tempo di contrapposizioni nette e di apparentamenti a dir poco incomprensibili. Un’eccessiva frammentazione: dieci aspiranti sindaco e migliaia di candidati al consiglio comunale, ridotto a 40 membri, ha finito, inoltre, per confondere ancora di più la gente comune alle prese con problemi quotidiani reali e pressanti, come la mancanza di lavoro e di sicurezza, la recrudescenza della criminalità e la mancanza di prospettive serie e credibili. Molti cittadini hanno lamentato la mancanza di dialogo vero, di confronto aperto e leale.
La differenza con il 2011 sta, poi, nel piazzamento raggiunto dai due contendenti. Luigi De Magistris, sindaco uscente, quest’anno è avanti con il 42,82, seguito da Gianni Lettieri, al 24,04. Viene, così, ribaltata la situazione delle precedenti elezioni comunali, nelle quali il candidato del centro destra vinse il primo turno, ma perse al ballottaggio. Inutile dire che Lettieri spera che il ribaltone si ripeta, questa volta a suo vantaggio.
Giunti terzo e quarto, il PD ed il M5S non possono essere certamente soddisfatti dei risultati ottenuti. Se il partito di Renzi soffre per la mancanza di coesione interna e per alcune alleanze sbagliate (Ala di Verdini), il movimento di Grillo deve chiedersi se candidare uno che si chiama Brambilla e tifa Juventus sia stata la scelta migliore in una città orgogliosa della propria tipicità come Napoli.
Le dichiarazioni a caldo dei due protagonisti principali fanno presagire, purtroppo, che il clima difficile continuerà per i prossimi quindici giorni.
De Magistris rivendica il risultato raggiunto dicendo: «Non si era mai visto un sindaco uscente senza soldi, che ha avuto contro tutti i poteri forti, il governo, la camorra, tutti i partiti politici, arrivare primo al ballottaggio distanziando di 18 punti il secondo arrivato. È l'inizio di una rivoluzione che farà parlare di Napoli nei prossimi 5 anni». Molti si chiedono perché un po’ di questa rivoluzione non si sia vista in questi cinque anni.
Dal canto suo, Lettieri continua a presentarsi come il nuovo, il candidato della gente, invitando ad unirsi a lui gli insoddisfatti di tutti i partiti: «Voglio confrontarmi con tutte le forze sane che vogliono il cambiamento. Io vengo dal popolo e al popolo rispondo. Sono l'unico candidato civico. Palazzo San Giacomo è stato scosso da una questione morale senza precedenti. Riporterò l'etica e la trasparenza. Aprirò porte e finestre. Voglio strappare Napoli dalle mani dei politicanti». Peccato che per cinque anni all’opposizione non sia stato ugualmente determinato.
L’impressione più diffusa è che sempre più la politica sia lontana dalla gente, che ormai non ha più né voglia, né forza di impegnarsi per un domani migliore.
È necessario, e non solo a Napoli, un sussulto di orgoglio di quella parte viva, operosa e propositiva della società per riappropriarsi del proprio futuro.