Nair, artista universale

L’11 maggio a Roma è stato presentato Ithaca, il nuovo album della cantante. Spiazzante, al solito.
Nair

Quanti di voi hanno già ascoltato dal vivo Nair? Beh, a chi ancora non ha avuto questo piacere, assicuro che è un’esperienza difficile da dimenticare. Abbiamo avuto l’opportunità di renderci conto che questa è un’artista “necessaria” come poche altre alla scena musicale italiana contemporanea.

Oggi il mestiere di critico musicale ha un pericolo mortale: la noia. Ebbene, se c’è una cosa di Nair e del suo nuovo album Ithaca è che tutto si può dire, meno che annoi, dalla prima all’ultima nota.

D’altra parte la sua carriera è segnata dall’anomalia tipica di chi sfugge, per vocazione innata direi, ai cliché. Per questo la maggioranza dei colleghi che aveva assistito alla serata romana sono rimasti a un tempo estasiati, ma anche spiazzati. Nair è incasellabile e incatalogabile: torna sui mercati a ben cinque anni dal suo precedente album di debutto. E questo già ci dice quanto la sua dimensione artistica abbia sempre avuto la precedenza sui diktat e le norme dei mercati.

Idem dicasi per le sue canzoni: hanno le levità e il potenziale dei successi pop, ma contemporaneamente lo spessore e l’aura delle cose destinate a durare nel tempo. Di certo, fin dal primo ascolto si capisce che dischi così escono ben di rado, specie in Italia.

 

Potrei parlarvi della sua straordinaria estensione vocale (quattro ottave), della sua sapienza compositiva e della classe interpretativa; di quanto il nostro provincialismo abbia rallentato la sua popolarità; potrei dirvi che Nair rappresenta oggi uno dei prototipi più riusciti di artista “glocal”, vale a dire a un tempo universale, ma assolutamente mediterranea; potrei dirvi della stima di personaggi come Bocelli, Baglioni, Battiato, Dalla, il maestro Accardo.

 

Mi permetto di aggiungere una chiave di approccio a Nair che vuol essere anche un augurio, a tutti voi. Se è vero come è vero che la sua bellezza ha facilitato in molti la scoperta della sua dimensione artistica e musicale, credo che questo second-out possa far scoprire anche la dimensione umana – e spirituale mi verrebbe da aggiungere – di una donna-artista straordinaria e bivalente nella sua creatività; a un tempo semplice e complessa, carnale e onirica, vitalmente estroversa e intima, fragile ma al contempo piena d’energia.

 

Un viaggio insomma, seguendo le rotte di Ithaca, che ha proprio nel viaggio e nello scorrere del Tempo il suo significato più evidente.

Signore e signori: Nair!

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