Nagorno-Karabakh, quella cattedrale sventrata

Nel territorio armeno in terra azera è stato raggiunto un accordo per il cessate il fuoco tra Armenia e Azerbaijan grazie alla mediazione russa, ma i due si accusano già di violazioni
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Vedendo le immagini della cattedrale di Shushi bombardata, si capiva che qualcosa stava andando per il verso sbagliato nella “consueta” crisi tra azeri e armeni a proposito del territorio del Nagorno-Karabakh, enclave armena in territorio azero. Sushi, l’altica capitale, è una città in massima parte fantasma, perché ancora oggi porta le tracce della guerra del 1991: interi quartieri sono in totale rovina, senza la volontà di risistemarli, proprio per conservare l’intera città come memoriale del tentato “genocidio” da parte degli azeri sugli armeni locali. Avevo visitato i luoghi con un vescovo armeno-apostolico, chiamato padre-mitra, che aveva organizzato la resistenza al nemico e che aveva parole molto poco evangeliche sulla sua bocca. Avevo poi partecipato a un matrimonio in quella cattedrale isolata nel bel mezzo delle rovine. Una società che ripartiva dopo la guerra, era il 2008.

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Fino ad oggi i combattimenti periodici nell’enclave armena in territorio azero sono continuati, sotto la spinta di un Erdogan che sempre più assume atteggiamenti da sultano in ogni vicenda che riguarda le aree regionali: interviene in Libia e Siria, mette a ferro e fuoco il Mediterraneo con le sue perforazioni, rischia una guerra con la Grecia, e ora rischia un’altra guerra con l’amico-nemico Putin che si era detto disposto a sostenere l’Armenia se gli appelli al cessate in fuoco lanciati dalle autorità internazionali fossero rimasti lettera morta. L’accordo è stato raggiunto nonostante siano scattate immediatamente accuse reciproche di violazione: il ministero della Difesa azero accusa le forze armene di aver attaccato le regioni di Terter e Agdam, mentre secondo gli armeni sarebbero gli azeri ad aver aperto il fuoco contro Karakhanbeyli. Il clima resta teso.

L’intervento russo, lo abbiamo già scritto, sarebbe scattato e avrebbe avuto anche un suo quadro di liceità, se è vero che il Trattato di sicurezza collettiva (Csto), che riunisce Armenia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Russia e Tagikistan, prevede obblighi di mutuo aiuto. Ma questi paradossalmente non coprono il territorio del Nagorno-Karabakh, per cui fino a quando gli scontri non arriveranno in Armenia, si potrà tergiversare. Un modo come un altro per aumentare la suspence su un eventuale intervento russo, mentre i turchi hanno messo sul terreno mercenari jihadisti prelevati in Siria, come numerose inchieste internazionali hanno dimostrato.

Secondo l’agenzia di stampa Armenpress numerose vittime sono da contare a Stepanakert, l’attuale capitale del Nagorno-Karabakh, che tra l’altro deve far conto su una penuria elettrica, già da sabato scorso. Come sostiene l’Ispi, «Arayik Harutyunyan, presidente dell’autoproclamata Repubblica dell’Artsakh, ha ammonito che d’ora in avanti “le strutture militari permanentemente dispiegate nelle principali città dell’Azerbaigian sono obiettivi legittimi dell’esercito di difesa”. Harutyunyan ha aggiunto di aver ordinato la fine dei bombardamenti, “per prevenire la morte di civili innocenti”». Dal canto suo il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha ancora una volta accusato l’Armenia di essere «la più grande minaccia alla pace nella regione». E ha invitato «il mondo intero a stare con l’Azerbaigian contro l’invasione».

Anche il sistema delle alleanze locali appare assai mobile, visto che nel conflitto sembra si stia inserendo anche Israele, interessato ad avere un punto di osservazione privilegiato sul vicino Iran. Ma va ricordato che un terzo della popolazione iraniana fa parte della minoranza azera, incluso la guida suprema Ali Khamenei, al punto che non è un caso che Teheran stia aiutando gli azeri. Israele e Iran dalla stessa parte? Incredibile. E la stessa Mosca è in difficoltà, perché con Baku i rapporti non si sono mai interrotti dopo la fine dell’Unione Sovietica.

Una minuscola guerra, un vasto scenario.

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