Musica sul mare
Monaco, abbarbicata sulle colline ripide, guarda al mare dai grattacieli che la fanno una piccola New York. Il mare è la sua vita. Lo si comprende, passeggiando per il Museo Ocenografico: un “tempio del mare”, edificato a strapiombo sulle onde dal principe Alberto I cent’anni fa.
Come il Grimaldi Forum, l’edificio che prende il nome dalla famiglia regnante nel principato dove tutti lavorano ad accogliere i grandi nomi internazionali. Il Forum sembra appunto una vasta nave galleggiante, in vetro e legno, pronta ad imbarcare gli ospiti.
È qui che si è svolto l’evento musicale clou della rassegna diretta da Marc Monnet: una gara fra orchestre eccellenti, la Staatskapelle di Dredsa, la più antica del mondo, la London Symphony Orchestra e l’Orchestra Sinfonica di Montecarlo. Nel nome di Anton Bruckner, sinfonista austriaco del secondo Ottocento.
Nella vasta sala, dove si annidava un pubblico variopinto – discreta la presenza della principessa Caroline, madrina del festival –, è toccato a compagini di personalità differente offrire delle interpretazioni di livello su musiche di un autore, che, per quanto venerasse Wagner, pure non era fagocitato dalla sua musica. Ma era sé stesso: puro, tormentato, libero e timoroso. Ossia, la sensibilità di chi vive in un’epoca di passaggio.
Quanto ciò sia attuale, lo si è notato accostando due diverse personalità di direttori. Herbert Blomstedt è un ottancinquenne candido e asciutto. Guida l’orchestra come un corpo sicuro: nessuna sbavatura, la Staatskapelle è un’arma musicale potente. La Quinta Sinfonia trascina gioie e tristezze con un fare vittorioso. È lo stile interpretativo germanico, legato ad una tradizione di bellezza marmorea. Daniel Harding, trentacinquenne britannico, scattante nel gesto ampio, fa della Sesta Sinfonia un canto voluttuosamente bello, ad ondate sonore: flessibile, morbido. È la civiltà inglese aperta al mondo.
Chi ha vinto fra le due grandi orchestre? Il pubblico non ha emesso verdetti, entusiasta di entrambe. Anche se il giovane Harding è forse più vicino a noi. O almeno al senso “marino” di un musica che galleggia sulle onde.