Musica e protoni

Cosa ci fanno violini, clarinetti, flauti, chitarre, arpe e pianoforti nelle caverne sotterranee dell’acceleratore del Cern di Ginevra? È possibile trasformare in note la corsa (e gli scontri) delle particelle elementari? Per festeggiare il 60esimo compleanno del prestigioso laboratorio europeo, 8 scienziati ci hanno provato. Vedere per credere
Cern Mariotti

Non capita tutti i giorni di poter “vedere” insieme esperimenti di fisica fondamentale e musica. Per festeggiare adeguatamente i 60 anni di vita, al grande laboratorio europeo del Cern di Ginevra hanno deciso di provare a mettere in musica i dati ricavati dai quattro rivelatori principali (ALICE, ATLAS, CMS and LHCb) durante il funzionamento dell’acceleratore LHC negli anni 2010-2013.

Non è la prima volta che si cerca di mettere in musica i dati scientifici tramite appositi algoritmi, ma certo questa volta l’obiettivo è stato molto ambizioso.

Per realizzarlo ci volevano, naturalmente, oltre agli algoritmi, persone coinvolte negli esperimenti che fossero contemporaneamente scienziati ed artisti. Ed ecco allora 8 ricercatori del Cern farsi avanti, ognuno col suo strumento preferito (anche gli scienziati hanno un’anima!), per realizzare questo video in cui si possono ascoltare, come in una piccola orchestra, le note musicali che interpretano gli esperimenti descritti dalle immagini.

Udire e vedere, contemporaneamente. Musica e scienza. Il suono della scienza. L’emozione è servita.

Tra gli artisti coinvolti, Chiara Mariotti, da noi intervistata mesi fa in occasione della scoperta del bosone di Higgs, e Fabiola Gianotti, la scienziata italiana recentemente nominata direttrice del Cern.

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