Tra musica, ambiente, scuola
Un paese di circa 10 mila abitanti, alle porte di Palermo, Belmonte Mezzagno. Nel decennio 1990-2000 attraversa un periodo buio: diversi omicidi segnano profondamente la comunità, rendono difficile la vita quotidiana e la convivenza civile. Il clima sociale pesante ha il suo effetto anche nella dimensione politica e Belmonte vive pure l’esperienza del commissariamento.
Le forze positive, però, non sono mai sopite nel territorio. Mimmo Traina, ad esempio, un professore d’orchestra al Conservatorio di Palermo e membro dell’orchestra del teatro Politeama, ormai in pensione, si attiva per una scuola di formazione musicale. Vuole offrire ai ragazzi e ai giovani del paese, con particolare riguardo a quelli appartenenti a famiglie disagiate, la possibilità di coltivare lo studio della musica o di uno strumento senza ricorrere a costose lezioni private. Chiede e ottiene l’utilizzo dei locali delle scuole, organizza con questi ragazzi dei concerti e molti di loro diventano professionisti.
Un altro progetto è, invece, volto a conoscere il territorio e a recuperare il senso di appartenenza attraverso la valorizzazione e la cura del patrimonio ambientale. È realizzato, all’interno della direzione didattica di Belmonte, dal prof. Pino Giaccone ed è rivolto sia ai docenti che ai bambini.
Rocco Chinnici, giovane padre di famiglia, omonimo del magistrato siciliano ucciso a Palermo dalla mafia nel 1983, mi racconta poi l’impegno su più fronti di genitori, cittadini, professionisti nel dare un volto nuovo alla loro cittadina. «Con tanti amici cerchiamo di entrare in contatto con gli enti pubblici, spesso distanti da noi, di capirne le dinamiche che li regolano per poter interagire. Siamo inseriti nei consigli d’istituto e questo ci dà la possibilità di conoscere i progetti che vengono presentati, l’indirizzo da dare alla scuola. Un apporto alla vita della scuola che va oltre. Come succede in tanti edifici, infatti, non mancano i problemi. Servono interventi di varia natura, ma non ci sono fondi disponibili. «Proponiamo un’azione di cittadinanza attiva con i genitori: fare un sondaggio sulle loro professionalità. Convochiamo un’assemblea con i rappresentanti di tutte le classi. Tanta la diffidenza iniziale, ma facciamo girare un foglio per raccogliere con estrema libertà la disponibilità di chi si vuole impegnare per la scuola. I docenti ci guardano perplessi.
Organizziamo un sabato mattina “Sei forte papà”: ripariamo e sostituiamo 35 neon non funzionanti; cambiamo le cassette dell’acqua; piantiamo fiori e piante che ci vengono donati da un’azienda insieme agli strumenti necessari. Il dirigente scolastico, cui mandiamo via via le foto, a un certo punto si aggiunge a noi e porta dolci e caffè. È proprio sorpresa. I genitori ci chiedono di rifare l’esperienza».
Ma la vitalità dei nostri amici non finisce qui. Attraverso Facebook nasce un gruppo che si chiama “Cittadini in movimento”. L’occasione è data dall’emergenza rifiuti che mette in moto una raccolta di migliaia di firme per chiedere l’attivazione della raccolta differenziata. «Le presentiamo al Comune – continua Rocco Chinnici – che in quel momento era commissariato. Con il commissario inizia un dialogo costruttivo e ci chiede di candidarci. Ci incontriamo, valutiamo la proposta e capiamo che non è il momento di farlo perché non siamo formati per andare ad amministrare, ma preferiamo svolgere un’azione politica dal basso, cioè essere cittadini attivi».
Il gruppo organizza così un incontro presso la biblioteca comunale, in cui, fra gli slogan di cui è tappezzato l’ambiente, dicono chiaramente “noi non ci candidiamo”, suscitando stupore fra chi credeva si trattasse di un’operazione a favore di una nuova lista. «Chiediamo di conoscere prima le liste e il programma politico di tutti i candidati sindaci perché vogliamo studiarlo, realizziamo un’intervista con domande puntuali e precise con ognuno e la mettiamo in Rete. Chiediamo ad ogni candidato sindaco di sottoscrivere un patto con i cittadini». In effetti il sindaco eletto mantiene l’impegno di attivare la raccolta differenziata e di istituire un servizio di consulenze gratuite di professionisti. «Anche quello di offrire volontariamente la propria professionalità all’interno del comune è un modo di fare cittadinanza attiva», commenta il nostro Chinnici. A scuola nasce il consiglio comunale dei ragazzi che due volte l’anno rende possibile un incontro fra i bambini, il sindaco e la giunta. Meglio iniziare da piccoli!