Musei statali, dal 3 aprile tornano le domeniche gratuite
Dalla Grotta azzurra di Capri alla Reggia di Caserta, dalla Galleria degli Uffizi di Firenze a Castel del Monte ad Andria, dal Parco archeologico di Pompei all’Abbazia di Montecassino, dal Colosseo al Palazzo ducale di Mantova: il 3 aprile si potranno nuovamente visitare, senza pagare, i musei, i parchi archeologici e i luoghi della cultura statali (clicca qui per visualizzare l’elenco per Regione).
Tornano dunque le visite gratuite ogni prima domenica del mese, che hanno l’obiettivo di dare la possibilità a tutti di conoscere l’immenso e preziosissimo patrimonio culturale italiano. Alcuni musei e parchi richiedono la prenotazione, quindi è consigliabile consultare le schede di ogni sito, con le regole di accesso.
Per le visite, non servirà il green pass. Dal 1 aprile, infatti, in base alle nuove norme decise dal governo, per accedere a monumenti, musei, gallerie, parchi e giardini monumentali dello Stato sarà sufficiente utilizzare le mascherine chirurgiche.
L’iniziativa, naturalmente, mira anche ad attirare i turisti nelle città d’arte: una boccata di ossigeno per un settore fondamentale per il nostro Paese, che ha però subito una lunga battuta d’arresto nei due anni della pandemia. E anche se i visitatori sono finalmente tornati, adesso è l’incertezza provocata dalla guerra ad aver già provocato numerose disdette in vista delle vacanze di Pasqua.
Secondo i dati diffusi da Confesercenti, «dal 2020 al 2022 si stima una perdita totale di fatturato del Turismo Organizzato pari a -27,1 miliardi. Necessari ristori per almeno 500 milioni di euro». Nel primo trimestre 2022, rispetto al 2019, c’è già stato un calo medio delle prenotazioni del -53% rispetto al 2019. A fine 2022, su 86 mila occupati, si stima che sarà a rischio il 34%; mentre su 13 mila imprese è a rischio il 35%.
La guerra in Ucraina ha stroncato, praticamente sul nascere, la ripresa. Sul fronte degli arrivi, nel 2019 i turisti provenienti dalla Russia erano stati circa 1,8 milioni, con 6 milioni di pernottamenti e una spesa di 984 milioni di euro (fonte Banca d’Italia). Ma i turisti russi, spiegano da Confesercenti, non saranno i soli a non visitare il nostro Paese. «Si considerino in particolare gli americani, che nel 2019 avevano fatto registrare oltre 6 milioni di arrivi con oltre 16 milioni di pernottamenti (fonte Istat), per una spesa pari a 5,5 miliardi (fonte Banca d’Italia). Insomma, la guerra, oltre a morti, feriti e distruzioni, porta anche una dura crisi economica, legata ai costi dell’energia e all’incertezza del conflitto.
Dopo il 50% di presenze in meno nel 2021, con lo scenario di incertezza internazionale in atto, si attende un ulteriore decremento per il 2022. Secondo un’indagine di Confesercenti, l’effetto della corsa dei prezzi di energia, gas e carburanti, esasperata dalla guerrarischia di portare il tasso di inflazione all’8%, il che potrebbe costare 26,1 miliardi di euro in minori consumi e 41,3 miliardi in meno sul previsto aumento del PIL.
A far paura, tra gli operatori del settore, è la possibile chiusura definitiva delle attività. «Il numero delle imprese attive nel 2019 era pari a circa 13 mila. Rispetto ai dati pre-pandemia – sottolineano da Confesercenti – circa il 20% delle imprese del Turismo Organizzato ha chiuso e cessato l’attività. Considerata una serie di fattori, tra cui l’impatto economico della nuova crisi dovuta al conflitto bellico Russia-Ucraina sull’andamento della domanda e la scadenza dei voucher con conseguente obbligo di rimborso a settembre, a fine 2022 si stima la chiusura del 35% delle imprese del comparto rispetto al 2019».
Il settore dell’accoglienza chiede quindi al governo adeguati ristori – almeno 500 milioni di euro – e spera che, con la bella stagione e le minori limitazioni imposte per il Covid, i turisti tornino ad affollare le nostre città, ridando fiato a un settore ormai allo stremo.
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