Il muro della gentilezza
«Prendi un cappotto, se hai freddo. Lascia un cappotto, se non lo usi più», è questo lo slogan che accompagna l’iniziativa di solidarietà “Wall of kindness” e cioè il “Muro della gentilezza” che permette a tutti i cittadini di lasciare in dono indumenti invernali che possono essere usati dalle persone meno fortunate per ripararsi dal freddo. L’iniziativa nasce nell’inverno 2015 in Iran, nella città di Mashhad, dove i cittadini hanno allestito il primo Muro della gentilezza per aiutare i poveri del paese.
L’invito rivolto alle persone era quello di non buttare ma riciclare i capi ancora in buono stato così da aiutare chi ne aveva bisogno. In pochi giorni, i ganci attaccati al muro, sono stati riempiti dai cittadini di Mashhad, con cappotti, sciarpe, cappelli, maglioni e indumenti per l’inverno messi a disposizione non solo di chi vive per strada ma anche di quelle famiglie che non hanno la possibilità di comprare capi d’abbigliamento per proteggersi dal freddo.
Un’idea che ha avuto fin da subito un grande successo ed è stata riproposta in diversi Paesi tra cui Cina, Indonesia, India e Svezia. L’Italia non è rimasta indifferente e molte sono le città che hanno deciso di allestire il proprio muro: lo scorso 14 dicembre, ad esempio, uno stender è stato inaugurato a Pistoia nella biblioteca San Giorgio dal sindaco Alessandro Tomasi, un’idea dei giovani dell’Associazione Fondo Marco Mungai, che ha coperto le spese per l’allestimento dello spazio.
Mentre pochi giorni fa a Trento, un armadio è stato posizionato in piazza Fiera, accanto ai mercatini di Natale, dove il flusso di passanti è maggiore proprio per attirare l’attenzione e sensibilizzare cittadini e turisti. Il Muro di Trento è stato decorato dall’artista Senka Semak, con l’idea di trasformare un semplice stender in un’opera d’arte che riesce a veicolare un messaggio di solidarietà e condivisione.