Mumbai, a Dharavi il virus non è così letale

Dharavi è la bidonville più grande dell’Asia, un milione di abitanti, ma le autorità sanitarie di Mumbai con la politica definita della quattro "t" l'hanno resa una delle zone meno a rischio della megalopoli.

Mumbai è tornata da qualche giorno in lockdown. Troppi i casi in una metropoli di ventidue milioni di persone difficilmente controllabili se non si chiude tutto. E così è stato con la decisione presa dal governo dello Stato del Maharashtra per cercare di bloccare il diffondersi del virus. L’aspetto sorprendete, tuttavia, è che, nonostante tutto, il virus resta ragionevolmente sotto controllo nelle bidonville della megalopoli dove si affolla un quarto – e forse più – della popolazione. Al centro delle attenzioni, da quando il virus ha fatto la sua entrata in India, era la zona di Dharavi, considerata la bidonville più grande dell’Asia. Si calcola che la densità della popolazione in questa zona sia pari a 227.136 abitanti per chilometro quadrato. Significa una popolazione doppia di quella di Bergamo che vive su una superficie di 613 ettari mentre la città italiana vede la sua popolazione sparsa su circa 40 chilometri quadrati.

Dharavi, resa celebre da film come Slum Dog Millionaire e da quello più recente Gully Boy, rappresenta un cosmo a parte nella geografia di Mumbai, ma non potrebbe essere da nessun’altra parte del mondo se non nel cuore della metropoli indiana. È immagine, infatti, delle contraddizioni di quel mondo ma anche della sua incredibile resilienza e della sua creatività nel trovare vie di sopravvivenza quotidiana, ottimizzando quanto ha o riesce ad avere. A Dharavi le attività produttive e commerciali, che spesso sono all’interno delle stesse baracche dove si vive, producono un giro di affari pari a un miliardo di dollari Usa all’anno. Si produce di tutto: commestibili, saponi e detergenti, dolciumi, ricami, riciclaggio di metalli e gomma. Nella zona ci sono persino fonderie. L’aria, in alcuni punti, è assolutamente irrespirabile con gas e fumi pressoché letali. Eppure un milione di persone vive in questo fazzoletto di terra.

Qui si pensava il Covid-19 sarebbe stato causa di una moria incontrollabile. In effetti, l’epidemia ha preso a diffondersi, ma con l’aumento previsto che sembrava inevitabile. Con le condizioni in cui si vive a Dharavi in aprile i casi erano ufficialmente 491 e sono cresciuti nelle settimane successive ma in modo limitato ben al di sotto delle previsioni catastrofiche preannunciate. Le autorità sanitarie del Municipio di Mumbai (Bmc) hanno, infatti, adottato una politica definita della quattro “t”: tracing, tracking, testing and treating (rintracciare, individuare, esaminare e curare). Il tutto con un sistema di azione a tappeto che fino ad oggi ha funzionato, rendendo questo slum una delle zone meno a rischio della megalopoli, capitale industriale dell’India. Al 14 giugno i casi erano 1964 con un numero limitato di morti: 73. Ogni giorno le autorità controllano migliaia di persone e questa politica sembra aver funzionato ben oltre le più rosee previsioni. A questo si aggiunge l’attività di sensibilizzazione portata vanti dalle diverse ONG che operano all’interno della bidonville in diversi settori.

Inoltre, fino ad oggi si è riusciti ad assicurare alimenti e generi di prima necessità nei diversi bazar della zona, evitando così che la gente esca in cerca di cibo o di altri prodotti diventando, in questo modo, veicolo di diffusione del coronavirus. Sulla stessa linea è stata presa la decisione, per quanto possibile, di curare gli ammalati di Covid-19 all’interno della zona della bidonville senza un trasporto in ospedali di altri quartieri della metropoli. Si è arrivati, fino ad oggi, a curare il 90% dei contagiati nelle strutture mediche dello slum.

Mentre a Mumbai il numero dei contagi cresce e, anche, quello dei morti nella zona un tempo definita l’inferno di Mumbai sembra che la situazione resti sotto controllo senza tuttavia sottovalutare la necessità di continuare con una politica di monitoraggio stretto ed attento. Intanto l’India ha superato il mezzo milione di casi con un incremento molto preoccupante negli Stati del Maharashtra e del Tamil Nadu o, negli ultimi giorni, anche nella capitale, Delhi. I morti ufficiali sono ormai superiori ai 17 mila, ma la linea del contagio continua a salire senza far presagire che il picco sia vicino.

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