Il suicidio assistito è legge in Toscana
È la prima Regione in Italia a regolare la procedura per il fine vita
È successo ieri, martedì 11 febbraio. Il Consiglio regionale toscano ha approvato con 27 voti favorevoli e 13 contrari la proposta di legge “Liberi subito” presentata dall’associazione Luca Coscioni. Il testo introduce la regolamentazione della procedura con la quale fare domanda per il suicidio medicalmente assistito all’Asl, così come i tempi e le modalità di risposta da parte della commissione di verifica.
Affinché l’aiuto al suicidio non costituisca reato, la Consulta stabilisce che può accedervi “una persona tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetta da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che ella reputa intollerabili, ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli, sempre che tali condizioni e le modalità di esecuzione siano state verificate da una struttura pubblica del servizio sanitario nazionale, previo parere del comitato etico territorialmente competente”.
La verifica dei requisiti del malato dovrà avvenire entro 20 giorni dal ricevimento dell’istanza e, in caso di esito positivo, vi sono un massimo di 10 giorni per definire le modalità di applicazione. Secondo il provvedimento, la procedura sarà gratuita per il paziente.
Spetta ora al governo nazionale di decidere entro 60 giorni se impugnare la legge di fronte alla Corte Costituzionale a motivo di eccedenza della competenza regionale oppure no.
Il cardinale Paolo Augusto Lojudice, arcivescovo di Siena e presidente della Conferenza Episcopale Toscana ha affermato che «sancire con una legge regionale il diritto alla morte non è un traguardo, ma una sconfitta per tutti», e ha chiesto a religiosi e volontari che lavorano con le persone malate «di non arrendersi e di continuare ad essere portatori di speranza, di vita. Nonostante tutto».