Salute

Giovani atleti, attenzione ai problemi cardiologici

Uno studio su 581 soggetti, pubblicato sulla rivista della Società Europea di Cardiologia Pediatrica, ha rilevato in 53 casi la presenza di anomalie della ripolarizzazione ventricolare (Inversione dell’Onda T). 17 bambini sono stati (3%) sospesi precauzionalmente dall’attività agonistica per le anomalie cardiache riscontrate dai successivi accertamenti.

Foto Ospedale Bambino Gesù Roma
Ballerine, zoom sulle scarpette. Foto di Tobias C. Wahl da Pixabay
Tracciato di un elettrocardiogramma. Foto di Hermes Manuel Cortés Meza da Pixabay

Medici e ricercatori della Medicina dello Sport dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù hanno promosso uno studio per valutare la prevalenza di anomalie cardiologiche nei giovani atleti agonisti e determinare se queste anomalie, rilevate dal tracciato ECG, possano essere associate all’insorgenza di cardiomiopatie in assenza di altre caratteristiche patologiche.

La ricerca, svolta in collaborazione con i colleghi della Radiologia toracica e cardiovascolare avanzata e della Cardiologia e Aritmologia di San Paolo, Palidoro e Santa Marinella, ha coinvolto 581 giovani atleti – età media 15 anni, per l’80% di sesso maschile – selezionati nell’arco di 18 mesi per la valutazione dell’idoneità all’attività sportiva agonistica.

Per 53 di loro (9%) sono state rilevate anomalie nel tracciato ECG legate alla presenza dell’inversione dell’Onda T (WTI). Sottoposti ad indagini ulteriori (ecocardiogramma, Holter ECG, RMN o TAC cardiaca), 17 di loro (il 3% sul totale degli atleti analizzati) non hanno potuto ricevere l’idoneità all’attività sportiva agonistiche a causa delle patologie cardiache riscontrate: 8 cardiomiopatie, 2 miocarditi, 5 ponti miocardici, 2 anomalie coronariche. I restati 36 atleti con WTI – in assenza di patologie rilevate – hanno ottenuto l’idoneità agonistica con l’indicazione di controlli ravvicinati ogni 6-12 mesi.

«La probabilità che gli atleti agonisti abbiano una cardiomiopatia nascosta -afferma Ugo Giordano, responsabile dell’Unità Operativa di Medicina dello Sport dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – è bassa, ma non trascurabile. Lo screening elettrocardiografico, preliminare all’idoneità sportiva agonistica, si conferma dunque un’ottima opportunità per identificare precocemente cardiomiopatie e altre patologie che aumentano il rischio di morte improvvisa in giovani atleti apparentemente sani. In Italia i protocolli di valutazione per l’accesso all’attività sportiva agonistica sono giustamente molto rigorosi. Per l’attività sportiva non agonistica, malgrado non vi sia un obbligo in questo senso, il consiglio dei Medici dello Sport è quello di effettuare sempre l’elettrocardiogramma a ogni visita per il rilascio del certificato, in considerazione del suo valore quale strumento di screening per la salute».

 

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