Attualità

100 anni dall’omicidio Matteotti, spartiacque della storia italiana

«Il rapimento, cento anni or sono, del deputato socialista Giacomo Matteotti, a cui fece seguito la sua crudele, barbara, uccisione, fu un attacco al Parlamento e alla libertà di tutti gli italiani e rappresentò uno spartiacque della storia nazionale». Sergio Mattarella

«La Repubblica si inchina alla memoria di Giacomo Matteotti, difensore dei ceti subordinati e martire della democrazia». Così si conclude il messaggio che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha dedicato al centenario dal 10 giugno 1924, giorno del rapimento e uccisione del deputato socialista Giacomo Matteotti ad opera di un manipolo di reduci della prima guerra mondiale andati ad ingrossare le fila delle milizie fasciste.

Mattarella non tralascia di sottolineare l’attualità di quell’omicidio politico mettendo in evidenza la complicità della monarchia sabauda nell’asservimento dello Stato «a un partito armato che si faceva regime».

Con parole di estrema chiarezza, il presidente della Repubblica denuncia la mancanza di coscienza morale e civile nelle classi dirigenti dell’epoca mentre «Matteotti vide la progressiva demolizione delle libertà garantite dallo Statuto Albertino da parte del fascismo e ne denunciò conseguenze e implicazioni».

È bene ricordare che Matteotti proveniva da una famiglia benestante, appartenente per censo a quella stessa èlite che in grande maggiornza si alleò con Mussolini mentre il deputato socialista maturò una forte avversione alla guerra coloniale e poi a quella propagandata con decisione dalla borghesia italiana fortemente intervista nel primo conflitto mondiale.

«Giacomo Matteotti, segretario del Partito Socialista Unitario, – afferma Mattarella –impegnato com’era per il riscatto dei ceti più poveri, apparteneva al gruppo di coloro che sapevano come le libertà dello Stato liberale dovevano sapersi tradurre in effettivi diritti per tutti gli italiani.
Il suo antifascismo poggiava su questa visione, opponendosi alle violenze esercitate contro i lavoratori dalle azioni squadriste».

La casa della famiglia Matteotti a Fratta Polesine in provincia di Rovigo, in Veneto, è perciò un monumento nazionale che ricorda, tra l’altro,  la centralità del Parlamento, come afferma l’attuale massima carica dello Stato «costituisce il cuore di ogni democrazia viva e che venne umiliato dal regime, sino alla sua soppressione».

Pubblichiamo alcune foto effettuate il 10 giugno 2024 dalla nostra amica e collaboratrice Carmela Bernard a Fratta Polesine assieme ad una foto ufficiale dell’ufficio stampa del Quirinale e una rara presente su Wikipedia di Matteotti assieme ad un figlio.  Si seguito il video dell’omaggio a Matteotti da parte del presidente Mattarella sul luogo, a Roma, dove venne rapito e ucciso il deputato Giacomo Matteotti testimone di «un impegno che avrebbe trovato poi eco nella lotta di Liberazione e nella scelta repubblicana da parte del popolo italiano».

 

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