Crisi Stellantis, liquidazione milionaria per Tavares tra le proteste
Le dimissioni anticipate dell'amministrazione delegato di Stellantis, Carlos Tavares, fanno emergere drammaticamente una crisi già nota da tempo
Come ha riportato l’Ansa, «Carlos Tavares, uno dei padri della fusione nel 2020 tra Psa e Fca, lascia Stellantis. La decisione di dire addio al manager, che avrebbe dovuto mantenere la carica di amministratore delegato fino al 2026, è stata presa all’unanimità dal consiglio di amministrazione. La notizia è arrivata a sorpresa, anche se Stellantis aveva già comunicato che Tavares, il manager più pagato dell’industria dell’auto, avrebbe lasciato la guida del gruppo alla fine del contratto»
Ma cosa è Stellantis? È una holding multinazionale con sede nei Paesi Bassi. Nata dalla fusione tra i gruppi Fiat Chrysler Automobiles e PSA, la società ha sede legale ad Amsterdam, sede operativa a Hoofddorp e controlla quattordici marchi automobilistici: Abarth, Alfa Romeo, Chrysler, Citroën, Dodge, DS Automobiles, FIAT, Jeep, Lancia, Maserati, Opel, Peugeot, Ram Trucks e Vauxhall.
Fonti del ministero delle imprese fanno sapare che il ministro Adolfo Urso ha avuto il 2 dicembre un colloquio telefonico con il presidente di Stellantis, John Elkann, collegato dagli Stati Uniti connfermando il tavolo di confronto con le parti sociali prevsto per il 17 dicembre al quale parteciperà Jean Philippe Imparato, responsabile Europa del gruppo automobilistico
Secondo il segretario generale della CGIL, Maurizio Landini, «Il caso Stellantis conferma la necessità che noi chiediamo da tempo, che la presidenza e il ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, convochi il gruppo dirigente di Stellantis e i sindacati per discutere su quali politiche industriali e quali investimenti si fanno nel nostro Paese visto che succede ciò che non succedeva dagli anni ’50, ovvero quest’anno si produrranno negli stabilimenti italiani poco più di 300 mila auto contro una capacità produttiva di quasi un milione e mezzo. Numeri che dicono che è necessario avere chiaro che investimenti si fanno e che modelli si realizzano.
Circa la buonuscita prevista per il manager portoghese, di 100 milioni di euro, Rocco Palombella della Uilm ha dett di sperare che non sia vero «sarebbe un’offesa. Tavares dovrebbe darli ai lavoratori e agli stabilimenti italiani per sdebitarsi di come li ha trattati in questi anni».
«La crisi dell’automotive – sostiene l’economista Giulio Marcon -riguarda il futuro di decine di migliaia di lavoratori nel nostro Paese e quello di numerosi siti produttivi strategici, da Nord a Sud. Quella di perdere posti di lavoro e produzioni industriali nel settore auto è una prospettiva assolutamente inaccettabile: il Governo deve intervenire subito, cominciando con il mettere fine alla catena di errori e di scelte miopi e controproducenti che hanno caratterizzato il suo operato».
Foto Ansa
Blocco del traffico a Pomigliano da parte dei lavoratori dell’indotto ex Fiat.
Operai ai tornelli di Mirafiori Torino. Audizione di Tavares in una riunione burrascosa in commissione industria del Parlamento italiano