Italia Ungheria, il caso Ilaria Salis detenuta in catene
Trascinata in catene davanti ai giudici la maestra elementare italiana che è detenuta in carcere in Ungheria dallo scorso febbraio 2023 con l’accusa di aver aggredito militanti di formazioni neonaziste radunati a Budapest
Ha suscitato grave sconcerto e indignazione il trattamento riservato dalle autorità ungheresi all’attivista politica italiana Ilaria Salis che si trova in carcere dallo scorso febbraio 2023 con l’accusa di aver aggredito dei militanti di formazioni neonazisti a Budapest.
La lunga detenzione e le pessime condizioni della sua custodia sono state finora denunciate invano dal comitato che chiede la sua liberazione.
Qualcosa può cambiare forse dopo le immagini circolate dei ceppi ai piedi e le catene intorno ai polsi della donna. La vicenda ha suscitato la reazione anche della Farnesina che ha convocato l’ambasciatore magiaro. «Mia figlia è stata trattata come un animale», ha denunciato il padre della Salis, presente in aula.
L’udienza penale è stata rinviata a maggio 2024 dopo l’intervento del pubblico ministero che ha chiesto una condanna a 11 anni di reclusione.
Come riporta l’Ansa, anche l’ex presidente del Consiglio ed ex presidente della Commissione europea Romano Prodi ha manifestato il proprio sconcerto in diretta televisiva: «vedere qualcuno in catene è orrendo e non ha senso. Ho pensato che Orban lo abbia fatto come provocazione…La cosa è in sè è ributtante, sono stupito che sia avvenuto, la nostra reazione dovrebbe essere più forte, anche visti i rapporti della nostra premier con Orban».
Molte domande restano da porsi sulla legittimità di un raduno che si è svolto in Ungheria per celebrare il cosiddetto «Giorno dell’Onore» che attira organizzazioni neonaziste e di estrema destra da tutta Europa.
Foto ANSA