Accuse di genocidio a Israele, la Corte di giustizia dell’Aja indagherà
Il Sudafrica aveva denunciato Israele alla Corte di giustizia internazionale dell'Aja, accusando il governo di commettere il reato di genocidio a Gaza. Israele aveva chiesto di rigettare le accusa, ma i giudici hanno deciso che indagheranno.
I rappresentanti del governo del Sudafrica hanno gioito dopo l’annuncio dei giudici della Corte internazionale di giustizia dell’Aja, che hanno deciso di indagare su quanto sta avvenendo a Gaza, per appurare se Israele stia commettendo oppure no un genocidio ai danni della popolazione palestinese residente nella Striscia. Al momento, tuttavia, “almeno alcuni atti – hanno affermato i giudici – sembrano in grado di rientrare nella convenzione sul genocidio“.
Ecco perché i magistrati chiedono a Israele di “prendere tutte le misure per prevenire qualunque atto di genocidio a Gaza”. Non si sono invece pronunciati sulla richiesta del Sudafrica di proclamare una tregua. La Corte dell’Aja ha anche stabilito che Hamas dovrà liberare senza condizioni e immediatamente gli ostaggi ancora nelle mani dei terroristi, mentre Israele dovrà conservare le prove del genocidio. Richieste, queste ultime, che sembrano più che altro, almeno in questo momento, solo delle buone speranze: Hamas dovrebbe liberarsi dell’unica arma in suo possesso per trattare con gli israeliani, mentre questi ultimi dovrebbero preservare le prove che potrebbero inchiodarli davanti al mondo come rei di genocidio.
La sentenza ha tuttavia un alto valore simbolico, in quanto sancisce – davanti a tante forme di negazionismo in atto a livello internazionale nel sistema politico e informativo – che, come ha detto la presidente della Corte, la giudice Donoghue, a Gaza si è davanti ad una vera tragedia umanitaria.
Del resto, sono oltre 25mila le vittime degli attacchi massicci ed ininterrotti di Israele anche sulla popolazione civile palestinese. Un numero enorme di morti, per non parlare dei feriti, dei mutilati, degli orfani, che ha portato anche numerose personalità a livello internazionale, a partire dal segretario dell’Onu António Guterres, a ritenere eccessiva la reazione dello Stato israeliano dopo il terribile e vigliacco attacco terroristico del 7 ottobre – nel quale morirono quasi 1.200 israeliani per mano dei guerriglieri di Hamas, che poi presero in ostaggio 240 persone.
Tornando alla pronuncia della Corte di giustizia dell’Aja, i giudici hanno deciso di convocare Israele entro un mese, ordinando al governo di migliorare le condizioni di vita nella Striscia di Gaza. In particolare, Israele deve immediatamente ripristinare la fornitura dei servizi essenziali (ricordiamo che mancano acqua, cibo, energia elettrica, trasporti…) e consentire l’urgente assistenza umanitaria ai palestinesi. Israele dovrà, inoltre, adottare “tutte le misure in suo potere” per prevenire gli atti che rientrano nella convenzione sul genocidio.
L’articolo II della Convenzione afferma che “per genocidio si intende ciascuno degli atti seguenti, commessi con l’intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso: a) uccisione di membri del gruppo; b) lesioni gravi all’integrità fisica o mentale dei membri del gruppo; c) il fatto di sottoporre deliberatamente il gruppo a condizioni di vita intese a provocare la sua distruzione fisica, totale o parziale; d) misure miranti a impedire nascite all’interno del gruppo; e) trasferimento forzato di fanciulli da un gruppo ad un altro”.