Libia, dal disastro l’urgenza dell’unità nel Paese diviso
Il disastro delle inondazioni è stato accentuato dalò crollo di due dighe rimaste senza manutenzione a causa del conflitto che devasta il Paese nordafricano dal 2011
Come riporta la Ong Medici senza Frontiere presente sul territorio con una missione umanitaria «La notte di sabato 11 settembre 2023, l’Uragano Daniel ha colpito la Libia, causando danni terribili. A nord-est del paese, nella città di Derna, due dighe sono crollate, causando un’esondazione dell’acqua dei fiumi che dalle montagne raggiungono la città. L’area è ora completamente inondata.
L’agenzia umanitaria libica della Mezzaluna Rossa stima a circa 20.000 i morti in Libia per l’Uragano Daniel. Le vittime dell’inondazione, tuttavia, potrebbero crescere man mano che il mare ne restituisce i corpi. Il numero degli sfollati, causati dall’alluvione, ammonta a circa 30.000 secondo l’OIM (Organizzazione internazionale per le migrazioni). Ci vorrà del tempo prima di ottenere un bilancio ufficiale».
Come sottolinea Cornelia I. Toelgyes su Africa Express «Ora più che mai la Libia necessita di unità. Le lotte tra le fazioni politiche non solo hanno danneggiato la governance del Paese, ma hanno anche influito sulla sua capacità di prepararsi e affrontare i disastri.
“Il conflitto in Libia ha lasciato infrastrutture fatiscenti e inadeguate”, ha dichiarato Intisar Shennib, membro della Camera dei Rappresentanti, l’organo legislativo del governo libico orientale. “Il Paese non è ‘attrezzato’ per gestire una catastrofe del genere. Le nostre risorse non sono sufficienti”».
Il disastro dell’uragano è stato accentuato dal crollo di due dighe enormi, costruite decenni fa da una società dell’ex Jugoslavia, rimaste senza adeguata manutenzione a causa del conflitto incorso nel Paese a partire dalla guerra del 2011 sostenuta dalla coalizione occidentale dietro la forte spinta della Francia. Nel Paese così diviso hanno assunto un ruolo sempre più decisivo le truppe mercenarie russe e l’esercito turco.