Cisgiordania, attacco israeliano su Jenin, migliaia di palestinesi in fuga
Massiccia azione bellica dell’esercito israeliano sulla città di Jenin che è sotto l'amministrazione dell'Autorità palestinese. Si contano almeno 10 morti e un numero imprecisato di feriti che hanno difficoltà a ricevere le cure in ospedale. Migliaia di palestinesi in fuga. L'inviato speciale Onu, Tor Wennesland, avverte il pericolo di un'escalation «molto pericolosa»
«Anticipata da giorni dai media locali e invocata da ministri e parlamentari della destra estrema al governo, nella notte tra il 2 luglio e il 3 luglio è cominciata l’ampia operazione dell’esercito israeliano contro la città palestinese di Jenin e il suo campo profughi, nel nord della Cisgiordania». Secondo Pagine Esteri, la rivista online di approfondimento storico-politico-culturale diretta da Michele Giorgio, in un aggiornamento di metà mattinata del 4 luglio 2023, «è salito a 10 il numero dei palestinesi uccisi durante l’incursione dell’esercito israeliano nella città e nel campo profughi di Jenin, centinaia i feriti. La Mezzaluna Rossa ha evacuato almeno 1000 famiglie. La situazione all’interno del campo profughi è diventata insostenibile. I mezzi israeliani hanno distrutto strade e infrastrutture».
Uno scenario prevedibile considerando il programma annunciato dal ministro israeliano per la sicurezza nazionale e leader di “Potere ebraico”, Itamar Ben-Gvir, che, come riportato su cittanuova.it da Bruno Cantamessa, aveva così dichiarato nei giorni scorsi: «Abbiamo bisogno di un ritorno alle uccisioni mirate dal cielo, all’abbattimento di edifici, alla creazione di posti di blocco, all’espulsione dei terroristi e, infine, dobbiamo approvare la legislazione sulla pena di morte per i terroristi». Il programma del suo partito, segnala Cantamessa, «invoca l’annessione della Cisgiordania, rifiuta l’idea stessa di uno Stato palestinese, chiede la cancellazione degli accordi di Oslo e la piena sovranità ebraica sul Monte del Tempio, vale a dire la Spianata delle Moschee, e sostiene l’abolizione di tutte le restrizioni alla costruzione di insediamenti israeliani in Cisgiordania».
Come riporta l’Agi l’operazione bellica è giustificata dal governo israeliano con la necessità di colpire il campo di Jenin che è considerato «il centro nevralgico delle milizie palestinesi nel nord della Cisgiordania: si punta così a colpire “infrastrutture terroristiche”».
Una dura condanna è arrivata da Giordania, Egitto ed Emirati arabi uniti mentre l’inviato speciale Onu, Tor Wennesland, ha lanciato l’allarme per un’escalation «molto pericolosa», esortando tutte le parti ad «assicurare che la popolazione civile sia protetta».
Pagina Esteri riporta il fatto che «l’ospedale pubblico di Jenin è pieno di feriti ma i medici hanno difficoltà a raggiungere la struttura, che viene attaccata dal lancio di gas da parte dell’esercito israeliano e dal passaggio di mezzi corazzati ed escavatori».
Foto Ap