Aborto legale, forte polarizzazione negli Usa
La società statunitense resta divisa e fortemente contrapposta ad un anno dalla sentenza la sentenza «Dobbs vs Jackson Women’s Health Organization»
Il 24 giugno 2022 è una data spartiacque perché in quel giorno la Corte Suprema degli Usa ha emesso la sentenza «Dobbs vs Jackson Women’s Health Organization» che cancella il verdetto «Roe vs Wade» del 1973 che ha fatto scuola in tutto il mondo occidentale perché aveva introdotto il “diritto federale di aborto”.
La questione non è affatto chiusa perché resta la sovranità in materia dei singoli stati dell’Unione ed esiste una forte polarizzazione nella società che provoca manifestazioni contrapposte nel Paese e quindi influenza il dibattito anche negli altri Paesi che hanno seguito l’orientamento verso la legalizzazione e la copertura sanitaria dell’interruzione volontaria di gravidanza.
È nota la posizione del presidente Usa Joe Biden che recentemente si è impegnato a proteggere i diritti riproduttivi invitando «il Congresso a ripristinare una volta per tutte le tutele garantite dalla Roe v. Wade a livello nazionale» (fonte Ansa).
Come riporta Francesco Ognibene su Avvenire, «secondo uno studio della Society of Family Planning, ripreso dal New York Times, gli aborti sono diminuiti dagli 82mila al mese prima della sentenza di un anno fa a 77mila: un calo che proiettato su un anno dice che ci sarebbero stati 60mila aborti in meno per effetto della decisione della Corte Suprema. Resta comunque imponente il numero complessivo delle interruzioni di gravidanza, stimate – in assenza di un dato ufficiale – in 924mila in un anno (in Italia sono 67mila con una popolazione di 60 milioni di abitanti, contro i 330 milioni degli Usa)».
Nelle foto Ap manifestazioni contrapposte negli Usa a seguito della sentenza della Corte Suprema del 2022.