Morte nel Mediterraneo: probabile ecatombe al largo della Grecia
Un barcone strapieno di persone migranti si è ribaltato affondando nel mar Egeo: erano in centinaia in direzione l'Italia per salvare la loro vita
Nelle prime ore di ieri, martedì 14 giugno, un barcone strapieno di centinaia di migranti si è capovolto nel mar Egeo a 47 miglia da Pylos, a sud del Peloponneso, in Grecia. Era un peschereccio partito da Tobruk, in Libia, per raggiungere l’Italia. Dopo la prima intera giornata di soccorsi sono state salvate 104 persone, 79 i corpi recuperati. Ma il bilancio rischia di rivelare una vera e propria strage visto che il numero di passeggeri è stimato da un minimo di 400 a ben 750, come emerge dalle ricostruzioni dei sopravvissuti.
L’imbarcazione sarebbe affondata per i movimenti delle persone a bordo: come spiega il portavoce della Guardia costiera greca Nikolaos Alexiou «la parte esterna era piena di persone, e presumiamo lo stesso per l’interno. Ciò che i miei colleghi hanno visto quando sono andati sul posto, è che la nave era sovraccarica. A causa di uno spostamento delle persone che erano all’interno della nave, questa è affondata».
Diverse le segnalazioni dell’imbarcazione in difficoltà così come del suo carico eccessivo: le Ong così come il centro per le telefonate di soccorso, Alarm phone, denunciano il mancato avvio delle operazioni di salvataggio da parte di Atene ma la Guardia costiera greca si giustifica sostenendo che «le persone in difficoltà non volevano essere soccorse in Grecia»: i migranti avrebbero rifiutato qualsiasi assistenza dichiarando di voler proseguire verso l’Italia.
Secondo le prime testimonianze dei soccorritori venivano da Egitto, Pakistan e Siria, nelle stive erano stipati donne e bambini. Nessuno con il salvagente. La Guardia costiera ellenica assicura che le ricerche continueranno giorno e notte con l’assistenza dell’Aeronautica Militare. (Foto: www.argolikeseidhseis.gr via AP, Associated Press/LaPresse).