Cronaca

Colombia: il miracolo dei 4 fratellini sopravvissuti

Sono stati ritrovati salvi dopo un incidente aereo e 40 giorni da soli nella foresta

Military personnel unload from a plane one of four Indigenous children who were missing after a deadly plane crash at the military air base in Bogota, Colombia, Saturday, June 10, 2023. The children survived a small plane crash 40 days ago and had been the subject of an intense search in the jungle. (AP Photo/Ivan Valencia)
An Indigenous leader and a family welfare official embrace at the entrance of the military hospital where the four Indigenous children who survived an Amazon plane crash that killed three adults and then braved the jungle for 40 days before being found alive, are receiving medical attention, in Bogota, Colombia, Saturday, June 10, 2023.  (AP Photo/Ivan Valencia)

Sono sopravvissuti allo schianto dell’aereo su cui viaggiavano e a 40 giorni da soli nella giungla. Questo il “miracolo”, termine non a caso scelto per l’operazione di ricerca e salvataggio, che ha avvolto Lesly (13 anni), Soleiny (9 anni), Tien Noriel (5 anni) e Cristin (1 anno), i quattro bambini colombiani ritrovati vivi dalle forze speciali indigene la sera di venerdì scorso dopo più di un mese di estenuanti ricerche a tappeto su 2.500 km di foresta amazzonica.

«La figlia maggiore, Lesly, tenendo la bambina per mano, è corsa verso di me. L’ho presa in braccio e mi ha detto: “Ho fame”», ha detto uno dei soccorritori. «Ho chiesto dove fosse il bambino. Era sdraiato accanto a me. Dopo avergli fatto le prime coccole e avergli dato un po’ di cibo, si è alzato e mi ha detto, molto consapevole di quello che stava dicendo: “La mia mamma è morta“».

I piccoli erano sul piccolo aereo Cessna 206 insieme alla madre Magdalena; la famiglia stava fuggendo dai dissidenti delle forze armate rivoluzionarie della Colombia per ricongiungersi al marito e padre, allontanatosi ad aprile in seguito a minacce di morte. Nello schianto avvenuto il 1 maggio hanno perso la vita il pilota e un parente in viaggio con loro. Dai racconti dei bambini è emerso che si sono presi cura della madre Magdalena rimasta in stato di agonia per quattro giorni prima di morire.

Lesly, Soleiny, Tien Noriel e Cristin sono sopravvissuti anche grazie alla scorta di farina di manioca che avevano portato con sé; hanno messo in pratica gli insegnamenti della nonna improvvisando bende per non ferirsi i piedi e costruendo capanne di fortuna per ripararsi. Quando sono stati ritrovati «erano su un asciugamano per terra, erano nello stesso posto da quattro giorni […], non ce la facevano più». «Stavano vicino a un ruscello. Hanno riempito d’acqua una bottiglietta di soda» «Non gli è mai successo nulla, né un solo attacco di animali o una ferita accidentale. Si sono comportati molto bene» spiegano i soccorritori.

E tanta prudenza e accortezza li ha spinti anche a fuggire in continuazione: come hanno confessato al nonno i soldati, le urla delle squadre di ricerca, i cani e le voci diffuse dagli elicotteri che perlustravano la zona li spaventavano, li spaventava anche la stessa voce registrata della nonna usata per attrarli. Avevano paura e ogni giorno si spostavano per scappare nascondendosi dietro gli alberi: per questo le ricerche sono durate così a lungo.

Al riparo dai media i fratellini stanno bene all’ospedale di Bogotá, dove sono stati portati la sera stessa del ritrovamento, tre giorni fa. «Stanno giocando con i regali, stanno bene, sono in buone mani. Non possiamo dare loro troppo cibo al momento. È un processo che richiederà tempo», spiega il nonno. (AP Photo/Ivan Valencia via LaPresse)

 

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