Esteri

Usa, anche gli universitari a sostegno degli sceneggiatori

All'ateneo di Boston gli studenti hanno protestato contro l'amministratore delegato della Warner Bros, ospite del loro ateneo per il tradizionale discorso di fine anno, per sostenere la mobilitazione iniziata il 2 maggio che ha bloccato numerosi set di famosi programmi e serie tv

La favola di Hollywood non ha più il suo copione: dallo scorso 2 maggio gli sceneggiatori della più famosa industria cinematografica del mondo hanno “posato la penna”, aderendo allo sciopero, proclamato il 1° maggio, dalla Writers Guild of America (Wga), l’associazione sindacale di categoria, contro l’associazione dei produttori, (Amptp), non disponibile a un confronto sulla revisione degli attuali contratti generali, sia dal punto di vista salariale che di quello delle tutele lavorative, tra le quali non ultima quella contro lo spettro dell’intelligenza artificiale. Le trattative ristagnano e come già nel 2007 molti set si sono fermati, soprattutto quelli di spettacoli e serie tv scritti di settimana in settimana o di giorno in giorno, come i vari late night show, lo stesso Saturday night live e le nuobe sceneggiature di serie come Cobra Kai o Stranger Things.

A sostenere la protesta degli sceneggiatori molti attori e personalità ma anche gli studenti. Gli universitari della Boston University hanno protestato contro il ceo della Warner Bros., David Zaslav, durante il tradizionale discorso di apertura alla cerimonia di laurea che ogni anno le università americane affidano a una qualche personalità di successo del mondo del lavoro: ricordiamo tutti lo «Stay hungry, stay foolish» di Steve Jobs nel celebre discorso che travolse gli animi dei neolaureati di Stanford nel 2005.

L’accoglienza qui non è stata la stessa: gli studenti hanno colto l’occasione per dare un segno forte del sostegno alla marcia di sciopero degli sceneggiatori allestendo una fila di picchetti fuori da uno degli ingressi dello spazio della cerimonia, probabilmente preoccupati per il loro stesso futuro.

Ci sarà un lieto fine?

(AP Photo/Steven Senne) Associated Press/LaPresse

 

 

 

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