Alluvione in Emilia Romagna: è allerta rossa
9 i morti. Migliaia di sfollati, una ventina i fiumi esondati e molti argini a rischio. Raddoppia in un giorno il numero dei comuni coinvolti, che supera i 40 e probabilmente aumenterà
Un barlume di speranza dalla timida tregua meteo ma l’emergenza c’è e drammatica, l’alluvione che all’inizio di questa settimana ha travolto l’Emilia Romagna si è portata via 9 vite e costretto a sfollare almeno 13 mila persone in mezzo a ponti crollati, città allagate da un metro d’acqua e autostrade interrotte. Una ventina i fiumi esondati, 42 i Comuni coinvolti, quasi il doppio rispetto a ieri e il numero rischia di aumentare con il defluire delle acque verso il mare e verso altri centri abitati. L’allerta è rossa: soprattutto in previsione di nuove piene potenzialmente letali per quei deboli argini che ancora reggono.
L’acqua sta defluendo ma i soccorsi lavorano senza sosta, anche raggiungendo con gli elicotteri chi è rimasto isolato, come a Cesena dove una famiglia con un neonato di 20 giorni è stata portata in salvo. Tra i luoghi di rifugio anche strutture comunali e non si risparmiano le raccomandazioni, come quella di rimanere in casa per non intralciare i soccorsi e restare ai piani alti delle abitazioni nelle zone allagate, come indica il Comune di Cervia. Così si cerca di tutelare e salvare prima di tutto chi è in difficoltà, soggetti fragili, anziani, malati.
A Città Nuova arrivano testimonianze di chi sta vivendo questi momenti di indescrivibile, forse perché inimmaginabile, difficoltà. Da una famiglia di un nostro volontario arriva questo messaggio: «Mia mamma grazie ai vicini di casa siamo riusciti a portarla al primo piano… lei è in carrozzina…, al momento sta cercando di dormire… Comunque abbiamo zaini pronti in caso di evacuazione…, proprio quando si dice “portarsi dietro l’essenziale”…».
E ancora un’altra testimonianza: «A mezzanotte ci ha chiamato un nostro amico disperato perché non trovava più sua moglie. Stavano a nuoto andando a trovare un rifugio per la notte, ma ad un certo punto, quando erano ormai quasi fuori dall’acqua, lui si è voltato e non l’ha vista più! Allora ci ha chiamato. Ho cercato di calmarlo, mio marito gli ha detto di non tornare indietro lui, ma di allertare quelli della Protezione civile… così ha fatto. Giuro, ci sembrava di essere lì con lui e siamo rimasti pregando tutti e tre insieme finché non l’hanno trovata viva. Era stanca di nuotare e si è fermata attaccandosi ad un palo della segnaletica!». (Foto: LaPresse)