Esteri

Vertice ad Aqaba tra israeliani e palestinesi

Il vertice tenutosi in Giordania domenica conferma l'impegno a prevenire ulteriori violenze sul campo ma Israele smentisce ogni accordo sugli insediamenti

Israeli soldiers take up positions at the scene of a Palestinian shooting attack at the Hawara checkpoint, near the West Bank city of Nablus, Sunday, Feb. 26, 2023. (AP Photo/Majdi Mohammed)

Ad Aqaba, in Giordania, domenica scorsa si è tenuto un vertice tra Egitto, Palestina, Israele, Giordania e Stati Uniti per il raggiungimento di una pace giusta e duratura in Medio Oriente. Palestinesi e israeliani hanno ribadito il loro impegno nel rispetto dei precedenti accordi e nel rafforzamento della reciproca fiducia e del dialogo per affrontare le questioni in sospeso e fermare l’escalation in Cisgiordania. Le parti hanno sottolineato «l’importanza di preservare lo status quo storico dei luoghi santi a Gerusalemme» in parole e azioni, senza cambiamenti, e si sono detti disponibili ad un’azione immediata e congiunta per fermare le misure unilaterali, da parte di Israele la creazione di nuovi avamposti e nuovi insediamenti, per un periodo che va dai tre ai sei mesi.

Non appena però le agenzie hanno pubblicato il resoconto ufficiale dell’incontro il consigliere per la Sicurezza Nazionale Tzachi Hanegbi ha dichiarato che in realtà Israele ha non ha accettato alcun congelamento della politica relativa agli insediamenti.

«Contrariamente ai rapporti e ai tweet sull’incontro in Giordania, non vi è alcun cambiamento di politica in Israele», ha affermato Hanegbi. «Nei prossimi mesi lo Stato di Israele autorizzerà 9 avamposti e approverà 9.500 unità abitative in Giudea e Samaria», ha continuato usando il termine biblico per la Cisgiordania. «Non vi è alcun congelamento o cambiamento dello status quo sul Monte del Tempio e non vi è alcuna restrizione nell’attività dell’Idf (Israel Defence Force)». (AP Photo via LaPresse)

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