Tim, i lavoratori chiedono l’intervento del governo
I lavoratori della Tim hanno indetto uno sciopero nazionale contro il nuovo piano industriale della direzione che, secondo i sindacati, è disegnato per favorire la grande «finanza contro l’interesse della collettività»
Oscurati dalle notize sulla guerra i 43 mila lavoratori della società di telefonia Tim hanno indetto uno sciopero nazionale il 21 giugno. Perche?
Come afferma Riccardo Saccone, Segretario Nazionale SLC CGIL.
«La domanda che abbiamo posto alle rappresentanze politiche di tutto l’arco costituzionale è chi ha deciso che una grande infrastruttura di un settore strategico debba essere smontata e regalata alla finanza, dove è stato deciso e soprattutto in cambio di cosa? Noi oggi qui non stiamo difendendo solo la tenuta occupazionale dell’azienda, ma il futuro di questo Paese. Sono dieci anni che il settore delle telecomunicazioni è stato trasformato in un mero mercato, governato da politiche al ribasso che fatalmente si ripercuotono su lavoratrici e lavoratori. Abbiamo ridotto una struttura decisiva nell’erogazione di un servizio di qualità sempre più scarsa».
«Qualsiasi ragionamento sul futuro di Tim – ribadisce Saccone – dovrà essere condotto alla presenza del Governo, altrimenti continueremo a difendere lavoratrici e lavoratori dalle piazze, allargando la mobilitazione all’intero settore delle telecomunicazioni».