Politica italiana

Draghi: sì alle sanzioni, per riportare Putin al tavolo dei negoziati

Nell'informativa al Parlamento, il presidente Draghi ha sottolineato che "dovrà essere l'Ucraina, e nessun altro, a decidere che pace accettare. Anche perché una pace che non fosse accettabile da parte dell’Ucraina non sarebbe neanche sostenibile". Leggi il discorso integrale.

Guerra in Ucraina  (AP Photo/Emilio Morenatti)
Foto Guerra. Esercitazione della Nato (Csaba Krizsan/MTI via AP)
Il presidente russo Vladimir Putin mentre si rivolge alla nazione annunciando l'attacco all'Ucraina, foto Ap.
Foto di LaPresse.
Guerra in Ucraina (AP Photo/Vadim Ghirda, File)
Guerra  Ucraina e armi dall'Italia (Remo Casilli pool Photo via AP)
Ucraina guerra (AP Photo/Vadim Ghirda)
Guerra in Europa, Russian President Vladimir Putin  (AP Photo/RIA-Novosti, Alexei Druzhinin, Presidential Press Service)
(AP Photo/Emilio Morenatti)

La guerra in Ucraina voluta dalla Russia sta avendo conseguenze disastrose per tutti. Non solo per gli ucraini, che contano oltre 6 milioni di rifugiati all’estero e 7,7 milioni di sfollati interni, nonché migliaia di morti e intere città distrutte. Sono migliaia anche i morti tra i soldati russi e il sostentamento di decine di Paesi è a rischio, visto che da Ucraina e Russia proviene oltre il 25% delle esportazioni globali di grano e 26 Paesi dipendono da loro per più di metà del proprio fabbisogno.

Il conflitto ha anche determinato un aumento dell’energia e dei prezzi in generale, provocando una situazione difficile a livello internazionale. In queste condizioni, il presidente del Consiglio Mario Draghi, nella sua informativa al Parlamento, ha ribadito le intenzioni del governo contenute nella risoluzione, approvata a larghissima maggioranza, che impegna l’Italia a “sostenere dal punto di vista umanitario, finanziario e militare l’Ucraina; a tenere alta la pressione sulla Russia, anche attraverso sanzioni; a ricercare una soluzione negoziale… Il Governo intende continuare a muoversi nel solco di questa risoluzione”.

L’Italia, ha detto Draghi, è “in prima linea, con credibilità e senza ambiguità, nella ricerca della pace”. Ma, ha sottolineato, “dovrà essere l’Ucraina, e nessun altro, a decidere che pace accettare. Anche perché una pace che non fosse accettabile da parte dell’Ucraina non sarebbe neanche sostenibile”.

Al tempo stesso, ha aggiunto Draghi, “dobbiamo continuare a mantenere alta la pressione sulla Russia attraverso le sanzioni, perché dobbiamo portare Mosca al tavolo dei negoziati”.

(Leggi qui il testo completo dell’intervento di Draghi)

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