La guerra ferma anche la scienza
Molti progetti scientifici di collaborazione con i ricercatori russi sono stati sospesi o cancellati
Molti progetti scientifici che coinvolgono i ricercatori russi sono stati sospesi o cancellati negli ultimi giorni. L’elenco si allunga ogni ora che passa: il CERN (l’ente di ricerca europeo) ha chiuso i rapporti con oltre 1.000 scienziati russi; il Congresso mondiale della matematica che doveva svolgersi a san Pietroburgo è stato cancellato; rimandati i progetti congiunti per l’esplorazione di Marte; l’ESA (Agenzia spaziale europea) ha interrotto la collaborazione con la sua controparte russa (Roscosmos); in Italia CNR e INFN hanno sospeso le collaborazioni con la Russia.
In campo accademico si moltiplicano le prese di posizione: nelle ultime ore le università svizzere hanno dichiarato che rivedranno la loro collaborazione con i russi.
C’è molta preoccupazione per la Stazione Spaziale internazionale (ISS), da più di 20 anni fiore all’occhiello della collaborazione internazionale: la Russia minaccia che senza la sua collaborazione l’ISS potrebbe cadere sulla Terra. Nel frattempo l’astronauta americano Marc Vande Hei rischia di rimanere da solo nella stazione se i russi se ne andranno senza farlo salire sulla navicella Soyuz che torna sulla Terra il 30 marzo. Anche il progetto Iter per la fusione nucleare subirà dei ritardi a causa delle sanzioni alla Federazione Russa.
Contemporaneamente, però, la maggior parte degli scienziati spera che l’interruzione della collaborazione tra istituzioni scientifiche non impedisca di mantenere i contatti personali (e l’amicizia) con gli scienziati russi.